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Icef. “Da Fugatti tassa del 9% sulle famiglie con figli. Si scardina il welfare familiare trentino”

Per piazza Dante l’Assegno Unico statale va computato ai fini Icef. I sindacati contestano i dati della Provincia: “Stime arbitrarie, a rischio i benefici per molte famiglie già colpite dall’inflazione”

 Icef. “Da Fugatti tassa del 9% sulle famiglie con figli. Si scardina il welfare familiare trentino”

Altro che “Prima i trentini”. Secondo i sindacati la Giunta provinciale per le famiglie con figli non solo fa meno dello Stato, ma addirittura usa l’Autonomia per risparmiare e fare cassa riducendo i sostegni del welfare familiare provinciale. E’ questa secondo Cgil Cisl Uil del Trentino la diretta conseguenza della decisione della Giunta Fugatti di computare ai fini Icef - l’indicatore che in provincia determina, per esempio, l’accesso all’Assegno Unico Familiare, all’Assegno di cura, ai canoni sostenibili Itea e i regimi tariffari per le famiglie - anche il nuovo Assegno Unico Universale con cui lo Stato, a partire dallo scorso anno, ha rivoluzionato e ampliato le misure nazionali per le famiglie con figli. Sulla questione Provincia e sindacati si sono scambiate una fitta corrispondenza. Il Presidente Fugatti ha difeso l’operato della propria Giunta dichiarando un impatto pressoché nullo della decisione sull’Assegno Unico Universale, mentre i sindacati hanno contestato le stime della Provincia, rilanciando la richiesta di indicizzare l’Icef al costo della vita per neutralizzare gli effetti dell’inflazione sulle famiglie. “Lo ha fatto lo Stato - ricordano Cgil Cisl Uil del Trentino -, l’Autonomia no. In assenza di questa misura si contribuisce ad impoverire i nuclei familiari, in primis quelli con figli, scardinando l’impianto del welfare familiare provinciale”.
A questo proposito i segretari generali delle confederazioni Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) paventano un impatto quadruplo rispetto a quello stimato dagli uffici provinciali e temono che la logica del provvedimento sia tutta finanziaria e focalizzata a risparmiare sulle provvidenze provinciali per le famiglie con figli. “Sta succedendo questo - chiariscono i sindacalisti -. Se lo Stato aumenta, mediamente, le sue provvidenze, l'Autonomia automaticamente sembra volerle ridurre con risparmi per le casse di piazza Dante a scapito delle famiglie trentine. Ancora una volta lo slogan “Prima i Trentini" e le prerogative dell' Autonomia vanno, come si suol dire, su per il camino. Così accadrà che nelle altre regioni le famiglie riceveranno di più rispetto al passato, mentre in Trentino, che ha una storia quarantennale di sostegni integrativi, rischia di succedere, almeno complessivamente, l’esatto contrario”.
Secondo le stime del sindacato trentino,
mentre lo Stato, con l'indicizzazione al costo della vita, ha allargato le maglie dell'Isee alzandole dell’8,1% sterilizzando in modo permanente gli effetti dell'inflazione del 2022, la Provincia invece, solo con la decisione di computare l'assegno unico universale, le stringe ulteriormente imponendo una sorta di tassa automatica di quasi il 9%. “Infatti - spiegano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino – in media una famiglia con due figli percepisce 3.300 euro l’anno di assegno unico statale, che vale un incremento di 0,025 punti Icef, che corrisponde ad un 9% del valore soglia di 0,30. Dunque in questo modo molte famiglie supereranno la soglia e saranno tagliate fuori dal beneficio, mentre tutte le altre subiranno una decurtazione dell’assegno provinciale perché verranno considerate più ricche”.
A nulla sono valsi i numeri sciorinati dal presidente Fugatti sulle risorse investite in questi anni dalla Giunta
per convincere i sindacati. “Non contestiamo che le risorse messe in campo siano state importanti sebbene risultino poco efficaci e non siano neppure state spese tutte. Ma non si possono sommare le pere con le mele. Le una tantum come il bonus bollette non sterilizzano l’inflazione che nonostante un rallentamento, continua a salire, e i sostegni a giovani coppie e nuovi nati non hanno nulla a che vedere con le famiglie che hanno già due, tre o più figli. E non si possono finanziare le misure per i futuri nascituri tagliando le risorse per le famiglie esistenti oggi”.
Grosselli, Bezzi e Alotti chiudono con un appello a Fugatti. “Se davvero ritiene che l’impatto della sua decisione sia irrisorio per le famiglie e quindi per le casse di Piazza Dante, sospenda il computo dell’Assegno Unico Universale per quest’anno. Dati alla mano si potrà valutare chi ha ragione senza drammi per nessuno. In primis per le famiglie trentine”.

Trento, 30 agosto 2023

 

 

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