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Scuola trentina: le priorità dei dirigenti scolastici Flc Cgil

Oggi l’incontro con l’assessora Gerosa

Si è svolto questa mattina un incontro tra le sigle sindacali e l’assessora Francesca Gerosa. Il confronto riguardava i dirigenti scolastici e ha permesso, anche di far emergere il punto di vista dei dirigenti scolastici della FLC CGIL del Trentino, la cui massima priorità è il successo formativo di ogni studente e la possibilità di riappropriarsi dello spazio e del tempo per dedicarvisi quale aspetto centrale del proprio ruolo e del proprio impegno; tempo e spazio sempre più compressi dal peso e dall’invadenza della burocrazia.
L’abbandono scolastico è un’urgenza e per questo secondo noi l’istruzione obbligatoria andrebbe portata a diciotto anni. La possibilità di abbandonare a sedici si fonda sull’errata e anacronistica presunzione che si abbiano gli strumenti per fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro. Noi crediamo fermamente che i più giovani debbano rimanere in un ambiente protetto di crescita personale, culturale e morale come la scuola almeno fino a diciotto anni e all’acquisizione di un titolo di scuola secondaria di secondo grado, anche nella formazione professionale. Siamo contrari a una scuola concepita come un agente di formazione di lavoratori di pronto uso e consumo per le imprese. La Scuola è e deve essere luogo di cultura, crescita personale, maturazione civica, agente di cambiamento e ascensore sociale, non strumento al servizio delle delle associazioni di categoria. Si riformi e potenzi lo strumento dell’apprendistato e si chiamino le imprese a maggior responsabilità.

Per scatenare una vera scossa tellurica nella scuola si dia respiro e legittima importanza a musica, arte, sport, design, territorio, patrimonio genetico del nostro Paese quasi completamente ignorati. Questo alleggerirebbe e abbellirebbe la Scuola di ogni studente e di ogni insegnante, darebbe loro una ragione in più per godersela e amarla come merita, consegnerebbe ai giovani una formazione completa e un ventaglio di opportunità più ampio.
Qualcuno auspica un’”autonomia scolastica rafforzata” e noi potremmo anche essere d’accordo se le decisioni di maggior autonomia fossero il risultato bilanciato dell’interazione e della collaborazione tra il dirigente scolastico e il collegio dei docenti nelle scelte strategiche.
Il disagio giovanile è una realtà che sta emergendo in modo prorompente insieme ai segni di cedimento dell’istituzione familiare nel senso classico del termine; il Covid ha fatto il resto. E’ qualcosa di più subdolo e multisfaccettato rispetto a ciò che conoscevamo o pensavamo di conoscere, sfugge alle statistiche e agli schemi e la scuola deve essere dotata di strumenti e risorse per affrontarlo. Si è sempre parlato di riduzione del numero di studenti per classe, idea che tendenzialmente condividiamo, ma mai realizzata e che ormai probabilmente è persino superata. Se pensassimo di aumentare il personale docente e non docente impegnato sulle singole classi? Se si concepisse una squadra formata da uno o più docenti di disciplina, docente di sostegno e assistenti educatori? Questo consentirebbe di gestire le molteplici situazioni ed esigenze presenti nelle classi con un notevole livello di personalizzazione, conservando l’unità del gruppo classe e promuovendo l’inclusione, per noi irrinunciabile, e consentirebbe di andare incontro all’inverno demografico con garanzie di conservazione degli organici e prospettive di maggior qualità degli apprendimenti.
I dirigenti della FLC vorrebbero poter contare su una miglior regia centrale in grado di fornire servizi di supporto alla didattica, all’organizzazione e alla gestione senza dover contare unicamente sulle proprie iniziative, le proprie risorse, la propria rete interna. Questo fa il paio con l’esigenza di sgravarsi di alcune incombenze gestionali e organizzative per poter tornare a essere punto di riferimento didattico ed educativo degli studenti e dei docenti, per puntare sull’innovazione e lo sviluppo. Ad esempio in questo momento sarebbe utile un maggior organico amministrativo per far fronte ai progetti e alle incombenze legati al PNRR.
Sui “setting scolastici”: spesso le aule sono scatole vuote riempite solo dall’energia di studenti e insegnanti ed è desiderabile l’aula disciplinare pensata e riempita di contenuti materiali e immateriali da parte dei docenti di disciplina che la utilizzano e la caratterizzano.

Trento, 11 gennaio 2024

 

 

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