NEWS

Appalto Cup. Si riapre il confronto per mantenere i posti di lavoro in Trentino

Soddisfazione della Fiom per l’approvazione all’unanimità di una mozione per migliorare il bando di gara

Appalto Cup. Si riapre il confronto per mantenere i posti di lavoro in Trentino

I giochi per mantenere in Trentino i 140 posti di lavoro del Cup non sono chiusi. Oggi pomeriggio il consiglio provinciale ha approvato all’unanimità una mozione che impegna la Giunta a riaprire il confronto con le parti sociali per lavorare ad una soluzione che compatibilmente con le normative integri l’attuale capitolato, consentendo di mantenere le sedi di lavoro sul territorio provinciale, senza aggirare dunque le clausole sociali. Una decisione per cui la Fiom del Trentino, per bocca del segretario provinciale Michele Guarda esprime soddisfazione. “Oggi abbiamo ottenuto due risultati. Si è riaperta la partita per tutelare l’occupazione di questi addetti e allo stesso tempo abbiamo ottenuto l’attenzione di tutto il consiglio provinciale su questo tema. Da domani dobbiamo lavorare insieme, vagliando ogni strada possibile, per arrivare ad una soluzione che migliori il bando e dia risposte alle lavoratrici. La Fiom sicuramente non lascerà intentata nessuna possibilità”.

Senza modifiche potrebbero essere cancellati 140 posti di lavoro.

Fino ad oggi nel bando per il rinnovo dell'appalto non c'è nessuna soluzione che possa impedire la delocalizzazione dei posti di lavoro, in altre regioni o persino all'estero.

Per questa ragione stamattina la Fiom ha organizzato un presidio in piazza Dante mentre in consiglio provinciale doveva discutere una mozione presentata dalle minoranze consiliari per modificare il bando di gara.

Il problema sta nel fatto che un servizio come quello del Cup è remotizzabile: chi vince potrebbe adempiere all'obbligo previsto dal capitolato di formulare le offerte di assunzione, ma potrebbe offrire come sede di assunzione, ad esempio, Nuoro o persino Tirana, costringendo le lavoratrici a rinunciare e a perdere il lavoro. A pagare sarebbero le donne, che rappresentano la quasi totalità degli addetti Cup. Con buona pace dei proclami per sostenere e incentivare l’occupazione femminile in Trentino. Pur essendo scritte nero su bianco, dunque, ad oggi quelle clausole sociali sono scritte sulla sabbia. Con la mozione approvata dall'Aula però le cose potrebbero cambiare.

Attualmente sono quattro le sedi in Trentino, a Trento, Castel Tesino, Ossana e Luserna. Tra gli addetti ci sono lavoratrici che operano al Cup da oltre vent’anni.
Il sindacato chiede che nel bando di gara vengano previste soluzioni tecniche che, nel rispetto delle normative europee sulla concorrenza, garantiscano il mantenimento dei posti di lavoro in Trentino e scongiurino il rischio di delocalizzazione del Cup.

 

 

TORNA SU