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Assestamento, il confronto sul bonus bebè resta un'occasione persa

Emendamenti in extremis su congedi e lavoro femminile. Si tratta di un'apertura alle richieste dei sindacati. Per Cgil Cisl Uil sono comunque misure inadeguate. "La giunta si apra al confronto da qui a dicembre sul bilancio 2020"

Assestamento, il confronto sul bonus bebè resta un'occasione persa

Dopo la bocciatura in Consiglio provinciale da parte della maggioranza guidata dalla Lega Salvini delle proposte delle minoranze su congedi e modifica dell'assegno di natalità, sostenute anche da Cgil Cisl Uil, ieri in extremis la Giunta ha raccolto il consenso delle minoranze su due emendamenti di fatto simbolici ma che vanno nella direzione giusta.

Nonostante questo per Cgil Cisl Uil la mancata modifica dell'assegno di natalità inserito nella manovra di assestamento, è un'occasione persa. "Così com'è, il bonus bebè - commentano con rammarico i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti - continua ad essere iniquo e inefficace. Il presidente Fugatti avrebbe fatto bene a dimostrare maggiore umiltà ascoltando le nostre proposte che avevano il solo obiettivo di migliorare la misura".

I sindacati però ora guardano avanti, a partire dall'implementazione dei due emendamenti approvati con largo consenso dall'aula. "Si tratta - incalzano i tre segretari generali - di misure poco più che simboliche ma almeno segnano una prima inversione di rotta da parte della maggioranza. E' stato comunque importante che la voce delle donne che lavorano abbia trovato un megafono nelle minoranze e che almeno al fotofinish anche la maggioranza si sia convinta, seppur solo parzialmente, della bontà di queste proposte".

Nel dettaglio il primo emendamento accoglie una proposta del Patt sui congedi ma di fatto si limita ad una verifica della fattibilità di aumentare il periodo di astensione retribuita dal lavoro per le neomamme che lavorano nel privato come per le dipendenti del sistema pubblico. Il secondo va incontro alla richiesta di aumentare le deduzioni dal reddito da lavoro femminile per i nuclei familiari con figli tra 0 e 3 anni, avanzata dal Partito Democratico. "In tutto - ricordano Ianeselli, Pomini ed Alotti - la Provincia stanzia 500mila euro in più aumentando le deduzioni dagli attuali 3mila euro a 4mila euro. Si tratta di cifre del tutto inadeguate a sostenere davvero il lavoro femminile, che non sposteranno molto in termini di reddito per le famiglie con figli".

Per questo le organizzazioni sindacali rilanciano. "Da qui alla definizione della prossima manovra di bilancio per il 2020 - concludono i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino - c'è il tempo per verificare la reale volontà della Giunta Fugatti di sostenere il lavoro femminile. Speriamo che questa volta il governo provinciale voglia confrontarsi davvero con le parti sociali per condividere misure più forti ed efficaci sia sul lato della conciliazione tra famiglia e lavoro, sia su quello della valorizzazione del lavoro femminile. E' tempo di passare dalla propaganda ad azioni concrete per sostenere il lavoro e le famiglie".

Trento, 30 luglio 2019

 

 

 

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