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Fondo famiglia. “Il governo Conte raddoppia bonus bebè e nido. Superati i benefit trentini”

Da Cgil Cisl Uil un appello al Presidente Fugatti: “Si apra subito un confronto su come modificare assegno di natalità e quota B2 dell’assegno unico”. Possibile liberare fino a 9 milioni di euro per nuovi servizi sociali e di conciliazione.

“Con il Fondo assegno universale e servizi alla famiglia previsto dalla legge di bilancio dello Stato, il Governo Conte rende universali i bonus INPS per la nascita e per la frequenza dei nidi e il valore degli assegni vengono persino raddoppiati per le famiglie con i redditi più bassi. Così di fatto i benefici introdotti dalla Giunta Fugatti con la legge di assestamento di bilancio provinciale di questa estate vengono in larga parte superati da quelli nazionali”.

Lo sostengono i sindacati confederali CGIL CISL UIL del Trentino che ricordano le difficoltà denunciate più volte nei mesi scorsi ad armonizzare le misure statali con quelle provinciali. Ora di fronte all’introduzione del nuovo piano per le famiglie del governo giallorosso (art. 41 del disegno di legge di bilancio in discussione al Senato), lanciano un appello al Presidente Fugatti. “La Giunta fermi i motori - chiedono Andrea Grosselli (CGIL del Trentino), Lorenzo Pomini (CISL del Trentino) e Walter Alotti (UIL del Trentino) - e apra immediatamente un confronto per verificare l’opportunità di apportare delle modifiche alla disciplina della quota B2 dell’assegno unico per la riduzione delle tariffe nido in Trentino e alla normativa dell’assegno di natalità provinciale che dovrebbe partire a gennaio”.

La ragione dell’urgenza di un chiarimento è data dal fatto che, a parere dei sindacati, le misure statali e quelle provinciali sono sovrapponibili, ma difficilmente cumulabili senza sostanziali modifiche normative. “I cittadini saranno costretti scegliere tra le une o le altre, con il rischio che a risparmiare sarà lo Stato. Individuare una modalità per coordinare i diversi interventi a livello locale, agendo sulla disciplina provinciale, potrebbe garantire risparmi fino a 9 milioni di euro da poter reinvestire su sociale, conciliazione e occupazione femminile, senza togliere alcun beneficio alle famiglie trentine”. A questo proposito i sindacati hanno inviato una lettera al Presidente della Provincia Fugatti chiedendo un incontro urgente.

 

Ma quali sono le novità contenute nel disegno di legge di bilancio dello Stato? In primo luogo, viene esteso il bonus alla nascita a tutte le famiglie a prescindere dal reddito con un intervento di 960 euro annui (80 euro mensili) per ogni bambino nato a partire dal 1° gennaio 2020. Per i nuclei familiari con un indicatore ISEE inferiore a 40.000 il bonus sale a 1.440 euro annui (120 euro al mese), mentre con un ISEE inferiore a 7.000 il bonus diventa di 1.920 euro annui (160 euro al mese). Il bonus nazionale ha una durata massima di un anno. Tutti gli importi vengono incrementati del 20% per la nascita di un figlio diverso dal primo (in pratica, per il secondo figlio i bonus diventano rispettivamente di 96 euro, 144 euro e 196 euro mensili).

Rispetto all’assegno di natalità previsto dall’assestamento di bilancio provinciale, la platea è molto più estesa riguardando tutte le famiglie a prescindere dal reddito. La Giunta Fugatti aveva infatti fissato un tetto di reddito familiare pari all’indicatore ICEF di 0,40, sopra il quale si è esclusi dal beneficio. Sotto quella soglia i benefici erano stati fissati i 100 euro mensili massimi per il primo figlio, 120 euro massimi per il secondo figlio e 200 euro per il terzo figlio. Se le misure provinciali risultano di fatto mediamente inferiori a quelle statali, la durata del bonus è invece più lunga, coprendo i primi tre anni di vita del bambino.

In secondo luogo anche il bonus nido INPS viene fortemente incrementato rendendo del tutto vano il dimezzamento delle rette massime previste dall’assestamento di bilancio provinciale del luglio scorso. Infatti per tutti coloro che hanno un ISEE superiore a 40.000 il bonus nido statale resta pari a 1.500 euro annui (136,37 per undici mensilità), sale a 2.500 euro annui per redditi a fini ISEE inferiori a 40.000 (227,27 euro per undici mensilità) e raddoppia a 3.000 euro annui con un ISEE inferiore a 25.000 (272,73 euro per undici mensilità). L’intervento statale da solo permette quindi di azzerare le rette medie del servizio asilo nido anche in Trentino. Basti ricordare che un indicatore ISEE di 40.000 può essere pari ad un ICEF di 0,50, più alto del limite fissato a 0,40 per l’accesso alla quota B2 dell’assegno unico con cui vengono abbattute le rette dei nidi in Provincia.

 

“Contrariamente alle preoccupazioni del Presidente Fugatti - concludono Cgil Cisl Uil - fino ad ora la legge di bilancio dello Stato, sul fronte delle politiche per la famiglia, permette di liberare risorse per la Provincia autonoma di Trento. Va quindi sfruttata questa opportunità per implementare nuove misure a favore delle famiglie trentine. In particolare si potrebbe incrementare le detrazione del reddito da lavoro femminile ai fini Icef per incentivare l’occupazione femminile”.

 

 

 

Trento, 13 novembre 2019

 

 

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