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Rette case di riposo, aumenti inopportuni

Purin (Spi del Trentino): così si rischia di colpire i più deboli. E intanto non si danno risposte efficaci alle famiglie. Si investa sull’assistenza domiciliare di qualità.

Eravamo consapevoli che dopo anni di blocco sarebbero arrivati a ritoccare le rette delle case di riposo. Si tratta di adeguamenti all’inflazione, che però rischiano di colpire le persone più deboli, gli anziani che hanno già un basso reddito e che sono già stati penalizzati con la reintroduzione dell’addizionale Irpef per i più poveri decisa dalla giunta Fugatti. Per questa ragione è una scelta inopportuna”. Lo dice il segretario provinciale dello Spi, il sindacato che rappresenta i pensionati e le pensionate della Cgil. Per Ruggero Purin, però, il tema delle rette delle Rsa è solo una parte del problema. La questione dell’assistenza agli anziani è molto più complessa e soffermarsi solo sulle case di riposo tradisce una visione parziale e poco lungimirante. “La questione vera è che la Provincia è sostanzialmente ferma su questo fronte. Le famiglie hanno bisogno di risposte efficaci sul fronte dei servizi agli anziani, hanno bisogno di assistenza qualificata e capillare, che non è solo la residenzialità – insiste Purin -. Bisogna guardare più avanti, investire sulla domiciliarità dell’assistenza. Tenere un anziano in casa il più a lungo possibile, con le dovute forme di cura e sostegno, è positivo per la persona ma anche per il sistema pubblico, che altrimenti diventa insostenibile”. E ancora investire sull’invecchiamento attivo. Questioni che il sindacato ha sollevato più volte, ma che non sembrano rientrare tra le priorità della giunta provinciale. “Si preferisce spostare in avanti i problemi invece che affrontarli e cercare soluzioni. Questo è stato fatto con la riforma del welfare anziani e con lo Spazio Argento. Dopo oltre un anno di blocco dovrebbe finalmente partire una prima sperimentazione, ma niente ancora di strutturato mentre le famiglie faticano a prendersi cura dei propri cari, magari anche non autosufficienti”, conclude il segretario.

 

 

Trento, 3 gennaio 2020

 

 

 

 

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