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Emergenza Coronavirus. “Serve una manovra di largo respiro che tuteli il lavoro”

Ieri vertice tra Provincia e imprenditori. Ancora una volta la Giunta esclude le organizzazioni sindacali dal confronto sull’emergenza. Per Cgil Cisl Uil è inaccettabile: “Fugatti deve ascoltare le 190mila lavoratrici e lavoratori dipendenti"

Emergenza Coronavirus. “Serve una manovra di largo respiro che tuteli il lavoro”

Dichiarazioni dei segretari generali di CGIL CISL UIL del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.

“La manovra anticrisi dovrà tutelare prima di tutto il lavoro, a partire dallo stanziamento di nuove risorse per Agenzia del Lavoro e il sistema di ammortizzatori sociali previsto dal Documento di interventi di politica del lavoro che la stessa Giunta ha approvato poche settimane fa.
Siamo però esterrefatti. Anche di fronte all’emergenza coronavirus e alle sue possibili gravi conseguenze economiche ed occupazionali la Giunta provinciale esclude dal confronto sulle misure anticrisi chi rappresenta le 190mila lavoratrici e lavoratori dipendenti in Trentino. Il presidente Fugatti sappia che non accetteremo più questo atteggiamento di chiusura pregiudiziale.
Fino ad oggi infatti la Provincia non solo non ha stanziato un euro per tutelare le lavoratrici ed i lavoratori colpiti dall’emergenza, ma ha pure tagliato i trasferimenti ad Agenzia del Lavoro. Le uniche risorse disponibili sono statali e quelle del Fondo di Solidarietà del Trentino, frutto in larghissima parte dei versamenti di lavoratori ed imprese e costruito nella scorsa legislatura grazie all’impegno del governo provinciale e delle parti sociali, è bene ricordarlo.
E’ quindi tempo che la Giunta provinciale esca dai palazzi e si confronti anche con chi ogni giorno tutela e rappresenta le lavoratrici ed i lavoratori in tutte le fabbriche e gli uffici del Trentino. Chiediamo che la Giunta appronti un piano di sostegno all’occupazione nei settori pubblici e privati e all’economia in generale che guardi oltre l’emergenza attuale. Serve una strategia di largo respiro che interessi tutti i settori economici con le loro specificità. Soprattutto non basta abbassare le soglie degli appalti, se poi gli appalti non si bandiscono neppure. O si trovano nuove risorse per rilanciare l’economia in questa fase di crisi o tutti gli interventi, anche quelli migliori, resteranno sulla carta. Non possiamo permettercelo”.

 

 

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