NEWS

“Ripartiamo ma avendo chiara la priorità della salute.”

I Segretari Generali Ferrari, Salvetti e Bignotti rispondono alle imprese dando disponibilità se si verifica in concreto l’applicazione del Protocollo provinciale COVID-19

In questi giorni difficili per tutti assistiamo a continui appelli all’osservanza delle norme di sicurezza contro il rischio biologico di pandemia da coronavirus e contemporaneamente la richiesta di programmare la fase due per la ripresa di un’economia attualmente ferma, specie nei settori maggiormente esposti al rischio di contagio.

Uno di questi settori è certamente l’ambiente dei cantieri edili e delle sue filiere di produzione, molto spesso all’aperto ed organizzati necessariamente in condizioni di difficile controllo per la loro dispersione nei luoghi dove i manufatti devono essere realizzati. Un settore caratterizzato inoltre dalla forte mobilità degli operai sul territorio nazionale e provinciale, con squadre di lavoratori specializzati spesso provenienti dalle regioni limitrofe e, in particolare, dalla Lombardia.

Per questo sin da subito ci siamo messi a disposizione per condividere un protocollo provinciale, nello spirito di partecipazione a condivisione degli obiettivi comuni fra imprese e lavoratori, ed individuare le misure da adottare in tutte le unità locali delle imprese edili per essere pronti alla ripartenza di attività sul nostro territorio provinciale, quando questa avverrà, salvaguardando il bene primario della salute e sicurezza di chi ci lavora.

La richiesta prioritaria che avanziamo è che, in previsione di una futura difficoltosa ripartenza, si possano verificare in concreto l’applicazione delle norme che sono state definite dal Comitato provinciale di coordinamento in materia di salute e sicurezza su lavoro della nostra Provincia che ha già dallo scorso 24 marzo emanato gli indirizzi per la gestione dell’emergenza COVID-19 nelle aziende.

Lo spirito di unità che deve essere espresso da tutte le rappresentanze sociali in questo periodo a fronte di una crisi senza precedenti, vede il sindacato disponibile a trovare soluzioni praticabili e ragionevoli, a cominciare dalla predisposizione di modelli standard di valutazione dei rischi da COVID-19 e per la verifica in concreto della loro applicazione attraverso comitati interni aziendali o territoriali, con la partecipazione di RSA/RSU ove presenti, al fine di garantire il rispetto delle regole di prevenzione e protezione.

Pur condividendo le preoccupazioni per l’andamento del settore, espresse  a mezzo stampa dal Presidente di ANCE Giulio Misconel, nei termini in cui sono stati proposti non siamo concordi sulla proposta di consentire l’accesso nei cantieri edili a gruppi di lavoratori provenienti da fuori provincia, per il rischio reale di riportare in Trentino livelli preoccupanti di diffusione del virus da regioni limitrofe come la Lombardia, proprio mentre stiamo costituendo un comitato provinciale per il rispetto del “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro” del 14 Marzo 2020. Non va dimenticato infatti come nel settore edile sia particolarmente difficile verificare e controllare il rispetto delle normative di contenimento della pandemia.

Ciò in ragione delle oggettive difficoltà di verifica e controllo nel nostro settore del rispetto delle norme sul rischio biologico e la loro natura pandemica. 

Ricordiamo infatti che, se un lavoratore non rispetta le norme di sicurezza espone normalmente solo se stesso e solo per il periodo in cui si trova in cantiere ad un danno personale, ma se un solo lavoratore non si protegge adeguatamente dal rischio di COVID-19 rischia di esporre i lavoratori ed anche familiari e conviventi al pericolo di contrarre questa infezione, rendendo vano ogni sforzo di contenimento.

In conclusione il sindacato unitariamente esprime l’esigenza di essere rigorosi nel controllo confermando quanto a qualsiasi livello istituzionale viene espresso da molti giorni, e condivisa da medici e dagli scienziati, ovvero l’esigenza di oggettiva necessità di non vanificare il lavoro di contenimento della pandemia fino ad ora realizzato a spese di tante libertà individuali.

 

 

 

 

TORNA SU