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Riapertura cantieri, senza linee guide chiare a rischio la salute dei lavoratori

Sindacati: la ripresa delle attività è interesse degli stessi operai, ma non a scapito della loro salute né di quella dell’intera collettività

“L’ordinanza sulla riapertura dei cantieri, senza alcun preventivo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle imprese non solo è di difficile applicazione, ma rischia di creare situazioni di irregolarità con conseguenze importanti per la salute degli addetti”. A lanciare l’allarme sono i segretari generali di Fillea Cgil, Sandra Ferrari, Filca Cisl, Fabrizio Bignotti, e Feneal Uil, Matteo Salvetti. “La ripresa delle attività deve avvenire in un ambiente di lavoro radicalmente cambiato e riorganizzato con modalità diverse dalle precedenti – insistono i sindacati -. Le aziende non sono pronte dalla sera alla mattina ad applicare interamente quanto prevedono i protocolli sulla sicurezza, ma è proprio su salute e sicurezza che non possiamo permetterci di sbagliare”.

Le sigle sindacali ribadiscono, come affermato nei giorni scorsi, di essere pronti a fare loro parte con impegno e compiendo ogni sforzo per definire, attraverso un metodo partecipativo, basi solide e regole chiare per la ripartenza. “La ripresa delle attività è interesse degli stessi lavoratori, ma non a scapito della loro salute né di quella dell’intera collettività”.

Per questa ragione Fillea Filca e Feneal chiedono il ritiro o almeno la sospensione dell’ordinanza del 13 Aprile 2020 firmata dal Presidente della Provincia Maurizio Fugatti,per consentire alle imprese di organizzarsi, disporre di tutti i Dpi necessari e mettere in atto tutte le misure previste nel Protocollo del 14 marzo 2020.

Le tre sigle chiedono anche che il Commissariato del Governo valuti la legittimità dell’ordinanza provinciale rispetto del DPCM del 10 aprile.

E’ indispensabile inoltre definire linee guida specifiche per il settore edilizia nell’ambito delle misure di prevenzione Covid 19, e monitorare la loro applicazione attraverso il Comitato di Verifica che richiama il Protocollo condiviso fra parti sociale e governo il 14 marzo, i successivi DPCM, l’art. 15 (prevenzione dei Rischi) del Dlg.s 81/08 e l’art. 28 (Valutazione dei rischi) e l’art. 266 (rischio esposizione agli agenti biologici),

“Non possono esserci deroghe sulla salute – proseguono Ferrari, Bignotti e Salvetti-. Qualora nei cantieri l’organizzazione del lavoro attuale non permetta di applicare quanto previsto dal protocollo, a partire dalla disponibilità di Dpi, bisogna che le aziende si attrezzino per garantire il lavoro in sicurezza, senza se e senza ma. Servono mascherine, occhiali protettivi, misuratori della temperatura”.

La Cassa Edile ha acquistato 30mila mascherine che dovranno essere distribuite ai lavoratori, un impegno importante e concreto per chi opera sui cantieri. “Siamo consapevoli che non saranno abbastanza, ma sono un primo importante passo per affermare  il valore del lavorare in sicurezza”.

Infine Fillea, Filca e Feneal chiedono che a supporto di aziende e lavoratori scendano in campo anche Centrofor e Cassa Edile. “Il loro supporto in questa fase può essere importantissimo per favorire la diffusione delle informazioni necessarie sulla corretta applicazione delle misure Covid 19”, concludono i tre segretari generali.

 

 

 

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