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Decessi sottostimati nelle Rsa, gli operatori dicevano il vero

Diaspro: «Stonate anche le parole di Kaswalder»

Decessi sottostimati nelle Rsa, gli operatori dicevano il vero

«Avevano ragione gli operatori che segnalavano incongruenze tra i decessi dichiarati e quelli che registravano coi loro occhi. E avevamo ragione noi a riportarlo. Non si tratta di esercizio di lugubre statistica ma di inquadrare correttamente il fenomeno. Anche nella prospettiva che deve tener conto di una condizione irrimediabilmente modificata nell’ambito delle assistenze agli anziani, nelle residenze o nelle varie forme di domiciliarità». Così Luigi Diaspro, segretario generale della Funzione pubblica Cgil.

Il dato dunque è che nelle Rsa si sarebbe determinato il 60% dei decessi per Covid-19 (296 su 508 totali), mentre ci sono stati 605 decessi complessivi nel periodo 11/03 – 22/04 rispetto ai 1500 totali del 2019. «E su questo punto il dottor Bordon ci invita a essere cauti e a fare i conti alla fine, perché tanti anziani se ne sarebbero comunque andati Covid o no! Che senso ha questa uscita? È possibile anteporre letture che appaiono di giustificazione e deresponsabilizzazione piuttosto che corrette? Poi le responsabilità si vedranno, ma intanto non fuorviamo i dati! Il tema è: quale organizzazione per le Rsa da ora in poi? Quale e quanto personale, quale supporto medico-infermieristico, quali spazi e che tipo di strutture, quali dispositivi di protezione e protocolli di sicurezza, quali garanzie del diritto alla cura?»

Intanto si stanno adottando soluzioni di arretramento, come l’individuazione di una nuova figura di operatore domiciliare, senza titolo e con scarna preparazione sanitaria, per sopperire alla carenza di oss. «Scelta da rivedere: può produrre meno qualità delle prestazioni e abbassamento delle retribuzioni, entrambi inaccettabili».

Diaspro allarga il discorso: «Stonate anche le parole del presidente del consiglio Kaswalder: non si può banalizzare il problema pensando di recludere il personale insieme agli anziani nelle Rsa dandogli in cambio qualche “giusta contropartita”. Pensa basti qualche soldo per sequestrare i lavoratori alla loro vita, alla loro famiglia, alla loro libertà? Del resto era lui che pensava e chiedeva che i lavoratori dell’accoglienza – che la sua maggioranza ha mandato per strada con tagli feroci e gratuiti - fossero e dovessero essere volontari».

L’esortazione finale è perentoria: «È ora di smetterla! Convocate un tavolo aperto a tutti gli attori interessati per il tema Rsa, per discutere cos’è successo e cosa va fatto ora. Non pensate di cavarvela monetizzando il disastro che queste persone hanno dovuto affrontare e affrontano. Occorrono garanzie per la tutela della salute, dispositivi di protezione, tamponi, assunzioni, formazione. Ma cos’altro deve ancora insegnarci quest’epidemia?»

 

 

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