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Emergenza Covid 19. Lavoratori delle mense universitarie senza certezza sul futuro

Sindacati: Risto 3 che ha vinto il nuovo appalto chiede ad Opera di intervenire sul capitolato dello stesso a causa delle mutate condizioni. E’ inaccettabile, si deve garantire continuità occupazionale e retributiva

Sarà Risto 3 a gestire il nuovo appalto per le mense universitarie, è definitivo, anche il ricorso promosso da Elior, ha confermato tale esito. A pochi giorni dal passaggio di consegne con il precedente appaltatore, la Sma srl, il futuro dei 48 lavoratori è avvolto nella totale incertezza. Risto 3, infatti, fino a questo momento non ha inviato nessuna comunicazione agli addetti, quasi tutte donne e quasi tutti con contratto part time in attesa di capire se con l'Università ci sia spazio di modifica delle condizioni. “Sull’appalto pesano chiaramente le incertezze legate all’emergenza coronavirus che ha spinto l’Opera universitaria a chiudere le mense e i bar – fanno notare Francesca Delai della Filcams, Gabriele Goller e Carlo Monte della Fisascat e Dino D’Onofrio della Uiltucs – e sicuramente non aiuta non conoscere se e con quanti studenti ripartiranno le lezioni a settembre. Dubbi che spingono Risto 3 a prendere tempo. Un atteggiamento attendista che, però, danneggia i lavoratori e le lavoratrici. Non si può in alcun modo scaricare sulle loro spalle questa fase di incertezza”.Per le tre sigle sindacali devono essere garantite continuità occupazionale e retributiva a tutti gli addetti. Senza alcuna deroga. “Per questa ragione non accetteremo che queste lavoratrici e questi lavoratori restino nel guado  -insistono -. L’Opera Universitaria deve farsi carico di questa situazione affiancando Risto 3 per garantire il pieno rispetto di quanto prevede il capitolato d’appalto e il contratto nazionale di lavoro”.I lavoratori sono stati posti in cassa integrazione con marzo, quando sono state sospese le lezioni. Ad oggi hanno esaurito tutte le quattordici settimane di ammortizzatore con causale Covid 19. “Le norme prevedono inoltre che non possono essere licenziati, almeno fino al 18 agosto. Per questa ragione rischiano di restare a secco, senza nessuna forma di retribuzione né ammortizzatore sociale. Per noi è inaccettabile”.Purtroppo anche questa vicenda che le aziende, locali o multinazionali, società per azioni o cooperative, si comportano allo stesso modo di fronte ai lavoratori più deboli. “Non possiamo pensare di scaricare sulle condizioni di lavoro di questi addetti il rischio di impresa, non è così che funziona”, insistono ancora i tre sindacalisti che chiedono a Risto3, all’Università, all’Opera universitaria e all’Assessorato all’Istruzione di farsi carico di questa situazione. “Chiediamo che nella valutazioni sulle modalità di riavvio dell’anno accademico si tenga conto anche del destino di queste 48 famiglie”, concludono.

TRento, 10 giugno 2020

 

 

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