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Fondo Sure. Impegno diretto e concreto dell’Unione Europea per il lavoro

Cgil Cisl Uil: di queste risorse sta già beneficiando anche il Trentino grazie alla cassa integrazione pagata interamente dallo Stato. Ora la Giunta avvii il confronto con il Governo e investa di più sul sostegno al reddito delle famiglie in difficol

Ventisette miliardi di euro all’Italia da destinare a sostenere chi è a rischio occupazione è un’ottima notizia. L’Unione europea finalmente dà risposte concrete per sostenere i lavoratori e le lavoratrici piegati dalla pandemia. Adesso bisogna giocare con tempestività e lungimiranza la partita perché una quota sufficiente di questi fondi copra i costi degli ammortizzatori sociali di cui ha goduto anche al Trentino, così da poter disporre di nuove risorse per affrontare la crisi occupazionale causata dall’emergenza Covid. Le priorità devono essere il sostegno al reddito dei lavoratori discontinui e stagionali, gli interventi di riqualificazione e ricollocazione per i disoccupati e il recupero delle risorse a disposizione del Fondo di Solidarietà del Trentino fino al 31 dicembre 2019”. E’ quanto affermano i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil del Trentino commentando la notizia del varo del Fondo europeo Sure che stanzia complessivamente 81,5 miliardi di euro per il lavoro.

Se venisse rispettato il criterio demografico di riparto, al Trentino potrebbero essere destinate risorse l’1 per cento dell’ammontare totale riservato all’Italia, dunque 270 milioni di euro. Parte di questa somma è già stata impiegata per finanziare la cassa integrazione Covid per i lavoratori trentini di tutti i settori - dall’industria all’artigianato, dall’edilizia al terziario - ma ne resta sicuramente una fetta importante. Per questa ragione Cgil Cisl Uil invitano la giunta provinciale ad aprire subito, insieme alle altre Regioni, un confronto con il Governo sull’utilizzo di queste risorse.  “La Provincia deve farsi trovare pronta e non perdere tempo prezioso – incalzano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Quei milioni di euro, anche se non venissero immediatamente inseriti nel bilancio provinciale, possono essere decisivi per sostenere il mercato del lavoro locale messo a dura prova dal Covid 19 se avranno, anche nel quadro nazionale, una destinazione coerente con le esigenze del mondo del lavoro trentino”.

E sulle priorità su cui investire le tre sigle ribadiscono la propria strategia: insieme ai sostegni al reddito dei lavoratori disoccupati o a rischio disoccupazione, a partire dai precari e dagli stagionali, vanno rafforzate le politiche attive del lavoro. “Se i sostegni al reddito sono funzionali a rafforzare la domanda e quindi la ripresa dei consumi in funzione anticiclica”, chiariscono i tre segretari “le politiche attive del lavoro sono decisive per aiutare i disoccupati e le imprese nei processi di ricollocazione. A questo proposito riteniamo fondamentale definire urgentemente un piano straordinario di formazione continua per sostenere la riqualificazione delle persone che sono espulse dal mercato del lavoro e garantire un reale rafforzamento di Agenzia del Lavoro e dei centri per l’impiego potenziandone l’organico, aumentandone le professionalità e promuovendo i servizi per l’impiego”.

Resta inteso - concludono Grosselli, Bezzi e Alotti - che in assenza di risorse per promuovere una moderna politica industriale capace al contempo di sostenere lo sviluppo e l’innovazione delle imprese locali, di creare le condizioni per la nascita di nuove aziende e di attrarre nuovi investimenti in Trentino sarà molto difficile superare questa fase di crisi. Solo infatti grazie a lungimiranti politiche di investimento e al rafforzamento della produttività si può davvero favorire la creazione un circolo virtuoso che crei sviluppo e anche occupazione di qualità”.

 


Trento, 25 agosto 2020

 

 

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