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Sicor, la situazione precipita

L’azienda comunica che non applicherà più il Contratto dei Metalmeccanici. Attacco senza precedenti ai diritti dei lavoratori in Trentino

Sicor, la situazione precipita

Oggi nello stabilimento Sicor di Rovereto doveva essere il giorno bello della democrazia. Le Organizzazioni Sindacali avevano deciso per una tregua dalle azioni di lotta, per consentire ai lavoratori di scegliere i propri rappresentanti in modo sereno. E così è stato: altissima la partecipazione al voto, superiore all’85%, eletti 2 nuovi rappresentanti che andranno ad affiancare il delegato uscente, che in questi mesi ha guidato le lotte dei lavoratori e che è stato riconfermato con un ampio consenso. Le votazioni si sono svolte in modo composto e civile, secondo le regole concordate tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria.

Ma non era passata nemmeno un’ora dalla fine dello spoglio dei voti quando l’Amministratore Delegato della Sicor, senza neppure incontrare i rappresentanti dei lavoratori appena eletti, ha inviato tramite PEC alle Organizzazioni Sindacali e a Confindustria, sia territoriali che nazionali, la comunicazione del recesso unilaterale dal Contratto Nazionale dei Metalmeccanici.

Stando alla comunicazione aziendale, pare che la Sicor intenda non applicare alcun contratto collettivo di lavoro e che i lavoratori sarebbero dunque abbandonati a se stessi.

Lo scorso luglio, la comunicazione da parte della Direzione Sicor, azienda floridissima, della immediata unilaterale cancellazione dell’intero salario integrativo, con un taglio di circa 6 mila euro lordi all’anno delle retribuzioni, conquistati in decenni di contrattazioni e di mobilitazioni, aveva scioccato tutto il mondo del lavoro trentino. Pressoché ogni giorno, da due mesi in qua, si sono susseguiti scioperi spontanei e manifestazioni di lavoratori di tutte le categorie, in solidarietà coi lavoratori della Sicor e per timore che quanto stava accadendo in quell’azienda potesse trovare emulatori nel territorio.

Non meno grave è stato il comportamento tenuto dall’azienda nei confronti delle istituzioni democratiche trentine, disertando persino gli inviti al dialogo del Sindaco di Rovereto.

Nonostante tutto ciò, oggi la Sicor, a fronte dell’elezione della RSU dopo giorni di tregua, anziché aprire una trattativa, ha comunicato di volersi esimere persino dalle regole del gioco, di rifiutare la contrattazione collettiva, di spezzare il patto sociale.

I lavoratori Sicor, nelle intenzioni comunicate oggi dall’azienda, rischiano dunque di non avere più né un salario minimo, né gli aumenti del Contratto Nazionale, né i diritti su malattia, infortunio, permessi, lavoro straordinario e quant’altro fissati nel Contratto dei Metalmeccanici, né i più elementari diritti sindacali quali ad esempio quello di iscriversi a un sindacato, fare le assemblee, eleggere i propri rappresentanti, avere una bacheca.

Di fronte a un fatto di questa portata e di questa gravità non possono più esserci posizioni di comodo, distinguo e timidezze. Tutto il Trentino, in primis le Istituzioni e tutte le Parti Sociali, devono prendere posizione e reagire. Fiom e Uilm del Trentino dichiarano sin d’ora che ogni sforzo sarà compiuto per fermare questo scempio.

Sicor sputa nel piatto dove mangia, il Trentino e l’Autonomia speciale. Nessuno può permetterglielo!

 

 

 

Trento, 24 settembre 2020

 

 

 

 

 

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