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Sanità, al personale già stremato chieste “prestazioni orarie aggiuntive”

«Serve unità. Chi vuole “spacchettare” la contrattazione divide i lavoratori»

Sanità, al personale già stremato chieste “prestazioni orarie aggiuntive”

«Non è con l’incentivo economico delle “prestazioni orarie aggiuntive” che il sistema sanitario potrà fronteggiare la seconda ondata della pandemia. Ogni giorno riceviamo telefonate da lavoratori dell'Azienda sanitaria: tecnici, medici, ingegneri, amministrativi, portinai, ostetriche, autisti dell'ambulanza, portantini, infermieri e oss. Tutti lanciano un grido di allarme rispetto alle condizioni di lavoro e al mancato riconoscimento delle loro responsabilità, che in questi anni sono state via via incrementate». Queste le parole del segretario generale Fp Cgil Luigi Diaspro e dei referenti del settore sanità Gianna Colle e Marco Cont.

I professionisti della sanità sono allo stremo. La prima ondata della pandemia non ha portato nuove assunzioni e oggi le stesse persone si stanno facendo carico della nuova, crescente emergenza. «Per loro non gli indispensabili rinforzi ma prestazioni aggiuntive meglio retribuite oltre il normale orario. Ma questa non può essere la soluzione: come si può chiedere a personale già stremato di aumentare ancora l’impegno? Aggiungiamo che a Rovereto, “ospedale Covid”, senza aumenti di organico si sta continuando anche l'attività ordinaria, con interventi chirurgici e ricoveri programmati».

Fp Cgil si rivolge all’Azienda sanitaria, alla Provincia ma anche alle altre sigle sindacali: «È necessario non dividere i lavoratori i quali, con le differenti professionalità, stanno fronteggiando una sfida epocale che non vede al momento la luce in fondo al tunnel: tutti sono necessari soprattutto in questi mesi. Chi punta a spacchettare la contrattazione mina gli equilibri dell’intero sistema sanitario pubblico, che è da rafforzare e valorizzare tutto insieme riconoscendo e valorizzando le competenze. Tocca invece alla politica rivedere i finanziamenti e le scelte strategiche socio-sanitarie e assistenziali, anche territoriali. È compito della politica dare risposte che non creino conflitti soprattutto in un momento durissimo e drammatico come quello che stiamo vivendo, evitando le contrapposizioni e le mortificazioni tra i lavoratori. È per questo che chiediamo di rivedere i criteri che l’Azienda sanitaria vuole adottare per i premi Covid che, ad esempio, penalizzano il personale tecnico e quello amministrativo.

È tempo di riformare gli ordinamenti e i sistemi di classificazione, prevedendo finanziamenti adeguati e rivedendo il sistema delle indennità. Serve un piano generalizzato di assunzioni, in tempi rapidi, incentivando e rendendo più attrattiva la professione sanitaria e di addetto all'assistenza». Temi alla base della dichiarazione dello stato di agitazione, del comparto sanitario, delle funzioni centrali e locali di Cgil, Cisl e Uil.

 

 

 

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