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Il virus entra negli uffici giudiziari

«Dalle strutture giudiziarie nessuna indicazione per lo smart working e per le misure di sicurezza interne»

Il virus entra negli uffici giudiziari

«Nessuna indicazione sul lavoro agile e sulla garanzia di spazi adeguati per contenere il rischio di contagio. Questa la situazione negli uffici giudiziari provinciali che devono restare aperti per garantire i servizi pubblici essenziali. Manca il confronto coi sindacati ma di una cosa abbiamo avuto la certezza: il personale giudiziario non può accedere allo smart working perché mancano anche le tessere ministeriali, se non bastasse il fatto che ci sono alcune attività da rendere esclusivamente in presenza. Tutto questo, nel quadro generale di una cronica e più volte denunciata carenza di personale e della notizia che già tre uffici sono stati raggiunti dal contagio: Ufficio notificazioni esecuzioni e protesti, Procura di Trento e Procura dei Minorenni».

L’allarme è lanciato dal segretario generale della Fp Cgil del Trentino, Luigi Diaspro, che ricorda: «Lo scorso 14 ottobre il dipartimento organizzazione giudiziaria del Ministero della Giustizia e i sindacati hanno sottoscritto un accordo nazionale sul lavoro agile, ai sensi delle norme di contrasto alla pandemia. L’accordo prevede, fino al 31 dicembre, la riorganizzazione degli uffici giudiziari con l’applicazione del lavoro agile, il co-working, la ricognizione delle attività delocalizzabili, contingenti di personale in lavoro agile, priorità nella formazione delle graduatorie dei richiedenti, programmi di lavoro, monitoraggio delle attività.

L’Accordo, pur riferito ai dipendenti statali, è pienamente sovrapponibile alle misure da adottare in Trentino, dove il personale è passato recentemente alla Regione. Ma al momento non c’è ancora alcuna comunicazione in tema di lavoro agile; altrettanto, nulla sappiamo delle misure adottate per garantire il mantenimento della distanza interpersonale di sicurezza, dei piani di rotazione del personale, degli interventi di sanificazione.

Nessun riscontro neppure alle nostre numerose sollecitazioni, l’ultima è dello scorso 19 ottobre. Al contrario, giungono quotidianamente segnalazioni allarmate dai dipendenti: per la mancata collocazione in lavoro agile, seppur richiesto, e per conoscere le procedure in caso di contatti stretti, quarantena, isolamento o colleghi contagiati. Rinnoviamo pertanto la richiesta di urgente convocazione, riservandoci di mettere in campo ulteriori iniziative a tutela dei dipendenti».

 

 

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