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Appalto Residenza Brennero. Il giudice condanna Croce Rossa a riassumere il lavoratore di Activa

Il Tribunale accoglie il ricorso della Filcams del Trentino. “I diritti valgono per tutti i lavoratori, anche quelli più deboli. La Provincia, come ente appaltante, avrebbe dovuto pretenderlo”

 

Si chiude con un punto a favore dei diritti dei lavoratori la complessa vicenda della tutela dell’occupazione e della retribuzione nei cambi appalto. E con un punto in meno per le scelte politiche e amministrative ispirate dal Decreto Salvini su sicurezza e immigrazione che ha prodotto tagli pesanti al sistema dell’accoglienza. Nei giorni scorsi infatti il Tribunale di Trento, con sentenza del giudice Giorgio Flaim, ha condannato Croce Rossa – Comitato provinciale di Trento ad assumere il lavoratore di Activa impegnato alla residenza Brennero, che nel marzo del 2019 era rimasto senza lavoro insieme ad altri due colleghi dopo l’affidamento a Croce Rossa del servizio di accoglienza ai richiedenti protezione internazionale. Affidamento che matura in un clima politico e sociale che giustifica e sostiene un forte ridimensionamento dei servizi di accoglienza dei richiedenti, compromettendo anche, come in questo caso, i diritti dei lavoratori.

Il ricorso è stato promosso dalla Filcams del Trentino affiancata dall’avvocato Giovanni Guarini. Adesso il sindacato promuoverà ricorso anche per gli altri due addetti. “E’ una sentenza che riconosce i diritti dei lavoratori – dicono con soddisfazione la segretaria provinciale Paola Bassetti e Francesca Delai, funzionaria sindacale che ha seguito passo per passo la questione -. Purtroppo i lavoratori e le lavoratrici degli appalti sono tra i soggetti più deboli sul mercato del lavoro. Esistono però leggi e contratti che vanno fatti rispettare. In questo caso il Tribunale ha riconosciuto che nel cambio appalto erano rimaste identiche sia il servizio erogato sia la sua organizzazione, dunque doveva essere applicata la clausola sociale come previsto dal contratto delle cooperative. Croce Rossa, invece, si è rifiutata di assumere i tre lavoratori di Activa, che gestiva prima l’appalto, adoperando dipendenti propri per quelle mansioni al solo scopo di ridurre il costo del personale”.

In buona sostanza adesso Croce Rossa dovrà assumere il lavoratore, almeno fino al termine dell’appalto del servizio presso la Residenza Brennero, e dovrà riconoscergli l’intera retribuzione maturata da marzo 2019 ad oggi.

La sentenza afferma infatti che si applica la clausola sociale perché: "_il ricorrente, pur avendo svolto solamente in orario notturno (22-7) le prestazioni di operatore in favore di richiedenti protezione internazionale, sarebbe stato certamente in grado, eventualmente previo un periodo brevissimo di addestramento, di svolgere le prestazioni che l’ente convenuto ha assegnato ai cinque operatori, di cui si è concretamente avvalso per svolgere il servizio a far data dal marzo 2019 presso la “Residenza Brennero” di Trento_".

Filcams commenta anche l’atteggiamento della Provincia, che nonostante fosse stata avvisata per tempo che si stava compiendo una violazione dei diritti dei lavoratori tollerò il comportamento della Croce Rossa. “I fatti risalgono all’inizio del 2019 quando la Giunta provinciale aveva avviato il progetto di tagli al sistema dell’accoglienza. Non c’era dunque alcuna volontà politica, secondo noi, per intervenire a sostegno dei lavoratori che lavoravano nell’accoglienza, anche se non si stavano rispettando i loro diritti. Un atteggiamento grave e inadeguato ad un’istituzione che avrebbe il compito di pretendere sempre il rispetto di leggi e contratti e la difesa dei diritti di tutti i cittadini, a prescindere dalla loro origine, dalla provenienza e dal settore in cui operano. Adesso ci muoveremo per far riconoscere anche i diritti degli altri due addetti rimasti senza un’occupazione”, concludono le due sindacaliste.

 

Trento, 22 gennaio 2021

 

 

 

 

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