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Anarchia dei vaccini nella sanità

Ci sono strutture hanno immunizzato alcuni amministrativi, tecnici e operai: ma secondo quale criterio?

Anarchia dei vaccini nella sanità

La Funzione pubblica Cgil del Trentino rileva che, in alcune strutture sanitarie, si è cominciato a vaccinare i dipendenti degli uffici, i tecnici e gli operai. «Benissimo che il vaccino venga messo a disposizione di tutti i lavoratori della sanità – spiegano dalla Fp Cgil – ma qui c’è un evidente problema: il piano vaccinale per le strutture sanitarie prevedeva di procedere per categorie, partendo dai sanitari dunque medici, infermieri e oss. Poi si sarebbero dovute individuare le altre categorie a cui dare priorità. Ciò che accade invece è un’evidente disparità e una totale arbitrarietà di comportamento: perché un amministrativo di una struttura di Trento viene vaccinato e quello dell’analoga struttura di Rovereto no? Perché nella struttura di una vallata sono stati vaccinati anche tecnici e operai mentre i tecnici e gli operai delle altre vallate sono ancora esclusi?»

L’urgenza è garantire copertura vaccinale per tutti, il prima possibile, ma non solo: «Serve trasparenza ma qui, al contrario, rileviamo opacità: chi ha scelto le priorità? Evidentemente non si è scelto per categoria, come invece si era fatto prima, partendo dai sanitari. Non è possibile che si proceda, come abbiamo visto succedere, in ordine sparso, con differenze tra un territorio e l’altro, tra lavoratori con la stessa mansione ma in diverse strutture, oppure addirittura tra colleghi che lavorano nella stessa struttura. Serve chiarezza e servono indicazioni chiare, univoche. Scelte di tale portata non possono essere delegate ai dirigenti delle singole strutture o all’arbitrarietà di chi detiene le dosi di vaccino».

 

 

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