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Una raccolta fondi per aiutare i profughi bloccati in Bosnia

In migliaia vivono in condizione disumane in attesa di poter entrare in Unione Europa. La somma raccolta verrà destinata alla realizzazione di cinque ricoveri di transito dove poter accedere a una prima assistenza

Una raccolta fondi per aiutare i profughi bloccati in Bosnia

 

Sono migliaia le donne, gli uomini e i bambini che da mesi vivono in condizioni disumane nei campi profughi della Bosnia Ervegovina o accampati nei boschi vicino al confine con la Croazia. Una vera e propria emergenza umanitaria che non si può né si deve più ignorare.

 

Per questa ragione Cgil Cisl Uil insieme ad Acli, Arci, Caritas del Trentino fanno appello alle istituzioni trentine e alla solidarietà di tutte le cittadine e i cittadini promuovendo una raccolta fondi a sostegno di queste persone che hanno compiuto la difficile scelta di lasciare il proprio paese per sfuggire alla fame, a conflitti sociali o armati.

 

La somma raccolta verrà usata per realizzare cinque ricoveri temperati lungo la rotta balcanica che potranno ospitare al massimo 50 persone ciascuno (100 in periodo no COVID). Qui profughi e rifugiati potranno ripararsi dalle intemperie e ricevere un primo ristoro.

 

L’area balcanica rappresenta una delle principali vie per chi fugge da Medio Oriente, Afghanistan, Irak e Pakistan, Siria – nel tentativo di trovare rifugio in paesi dell’Unione europea. Dopo la chiusura delle rotte verso la Bulgaria, o attraverso la Serbia in Ungheria e Croazia, il flusso si è spostato maggiormente verso la Bosnia Erzegovina, un paese che presenta ancora moltissime fragilità conseguenti alla guerra dei Balcani, una povertà diffusa e un tasso elevato di disoccupazione.

 

Ad aprile 2020, con l’inizio dell’emergenza pandemica, le autorità bosniache hanno concentrato migranti e richiedenti asilo rimasti senza accoglienza a Lipa, in un campo non attrezzato per i mesi invernali, senza strutture murarie, installazioni elettriche, fognature o acqua corrente. Con l’inizio del freddo le condizioni di vita sono diventate inumane. Il 23 dicembre 2020, dopo mesi di vani appelli per trasferire i profughi in strutture che garantissero condizioni almeno dignitose, appelli tutti rimasti inascoltati, IOM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) ha lasciato la gestione del campo di Lipa. Il drammatico incendio avvenuto nello stesso giorno, ha lasciato 1500 persone senza alcun riparo e assistenza, con temperature sotto lo zero, come abbiamo potuto seguire sulla stampa nelle settimane scorse.

 

Ad oggi i 940 migranti di Lipa – perché da dicembre almeno 600 hanno cercato riparo in squat - grazie all’attenzione internazionale ora dormono in 30 tende militari installate dall’esercito bosniaco, diverse organizzazioni li assistono con indumenti e alimentari, fornendo un pasto caldo al giorno. La situazione è ancora difficile e molte sono le carenze sul piano igienico-sanitario. Accanto ad affezioni da raffreddamento e polmonari dovuti alle condizioni di indigenza e alle basse temperature in cui sono obbligati a vivere, si aggiunge il rischio pandemico da Covid e da scabbia dovuto alla mancanza di luoghi di isolamento e decenti servizi per l’igiene personale. In Bosnia Erzegovina oggi sono registrati 6000 migranti/richiedenti asilo, tra questi 1000 minori, di cui metà non accompagnati. Si stima che vi siano inoltre quasi 2mila persone che vivono in “squat” cioè case o fabbriche abbandonate o piccole tendopoli nei boschi e con la primavera il flusso di persone in arrivo, e in partenza, si intensificherà.

 

Sulla rotta balcanica vengono costantemente violati i diritti umani. E’ per questa ragione che Cgil Cisl Uil, Arci, Acli e Caritas del Trentino sostengono che non si può voltare lo sguardo da un’altra parte, ma è necessario farsi carico di questa emergenza umanitaria e sollecitare l’Unione Europea ad assumersi le proprie responsabilità nella gestione dei flussi migratori nel pieno rispetto dei diritti umani fondamentali.

 

Le donazioni possono essere fatte:

Conto corrente intestato a IPSIA BANCA POPOLARE ETICA

IBAN: IT35S0501803200000011014347 – CODICE BIC Swift: CCRTIT2T84A

CARITAS ITALIANA - BANCA POPOLARE ETICA - IBAN:IT24C0501803200000013331111

RACCOLTA ONLINE: https://sostieni.ipsia-acli.it/crowd/balkan-route/

 

Trento, 17 febbraio 2021

 

 

 

 

 



 

 

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