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Emergenza Covid. La Provincia estenda le misure di conciliazione per i genitori lavoratori

Cgil Cisl Uil: in zona rossa i congedi devono essere accessibili a tutti e coprire almeno l’80 per cento della retribuzione. Anche il bonus baby sitter va esteso a tutti

I livelli di diffusione dei contagi e la pressione sulle strutture sanitarie sul nostro territorio hanno imposto purtroppo la chiusura delle scuole in presenza. In questa situazione di grave disagio per moltissimi genitori-lavoratori è necessario che la Provincia metta subito in campo misure concrete ed efficaci di conciliazione, integrando e migliorando i provvedimenti previsti a livello nazionale”. Lo chiedono i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino che invitano Piazza Dante ad agire nel più ampio perimetro possibile concesso dall’Autonomia e dalle leggi nazionali. “Non c’è spazio per i buoni propositi, servono subito azioni concrete anche per superare il rischio di garantire diritti di educazione e conciliazione solo a pochi fortunati come successo con l’apertura dei servizi all’infanzia in Trentino solo a determinate professioni. Questi servizi vanno garantiti, in ogni modalità possibile, in maniera paritaria ai figli di tutti i lavoratori dei comparti essenziali”.
I sindacati lanciano la prima proposta. “La Provincia dovrebbe integrare i congedi Covid fino all’80 per cento della retribuzione o quanto meno la stessa indennità prevista per i trattamenti di sospensione – fanno notare Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Alla Giunta chiediamo anche di fare pressione sul Governo per superare anche il limite imposto dal decreto all’accesso ai congedi straordinari, oggi possibili solo per i lavoratori che non possono usufruire dello smart working. Una misura che tradisce il pregiudizio che chi è impegnato in smart working di fatto non lavora o lavora meno. L’esperienza il lockdown della scorsa primavera ha dimostrato che non è così e ha pure dimostrato quanto questa modalità lavorativa con i figli in casa ha pesato soprattutto sulle donne”.
C’è poi il tema del bonus baby sitter che il decreto nazionale ad oggi limita solo ai lavoratori autonomi, del comparto sanitario e forze dell’ordine. “Anche questa discriminazione va sanata, ampliando la possibilità di accedere al bonus per tutti i lavoratori ed estendendone il valore economico. E non si ripeta l’errore della scorsa primavera che limitava l’accesso al bonus baby sitter ai lavoratori non in smart working. Le misure di conciliazione vanno pensate e attuate in modo efficace e concreto e nel modo più ampio possibile”.
E’ chiaro che il nodo sono anche le risorse disponibili, sia a livello nazionale sia a livello locale. “Se questa è una priorità così come è una priorità la scuola in presenza vanno stanziate adeguate risorse finanziarie. Si sostengano lavoratori e famiglie in modo adeguato, attingendo alle poste di bilancio rimaste inutilizzate”, concludono i tre segretari.

Trento, 15 marzo 2021

 

 

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