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Fp Cgil sul caso Nava - Chiettini

FP CGIL commenta le dimissioni del direttore per l'Integrazione socio sanitaria dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari

Fp Cgil sul caso Nava - Chiettini

La Funzione pubblica Cgil ha appreso dai giornali in edicola oggi delle dimissioni del dottor Enrico Nava - direttore per l'Integrazione socio sanitaria dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari - connesse alla somministrazione del vaccino a sua moglie Alma Chiettini, giudice di una sezione della Commissione tributaria di Trento.

Il segretario generale Luigi Diaspro e la referente del settore sanità Gianna Colle commentano: «La vicenda sarà certamente approfondita nei prossimi giorni e attendiamo di conoscere l’esito dell'indagine interna promessa dall’Azienda sanitaria e l’eventuale azione della Procura della Repubblica. Chiarita doverosamente questa premessa, sottolineiamo l’assoluta rilevanza dell’episodio e la necessità di adottare comportamenti deontologicamente impeccabili soprattutto da parte dei dirigenti di importanti presidi pubblici quali l’Azienda sanitaria e il sistema giudiziario.

Si pone con forza il tema del controllo dell’operato dei dirigenti stessi, posto che le azioni dei dipendenti che a loro fanno riferimento vengono invece monitorate attentamente e, non di rado, sanzionate anche con eccessiva severità.

Va altrettanto sottolineato che c’è anche chi, all’interno della pubblica amministrazione, si distingue al contrario per una sensibilità e un’attenzione che può essere di esempio per gli altri. È il caso di quanto fatto da un noto magistrato di Trento, che ha rinunciato alla vaccinazione a lui riservata in quanto “ho appreso che la vaccinazione programmata riguarderà solo la categoria magistrati e non anche tutto il personale amministrativo del settore giustizia; si tratta di personale che ha un’età media superiore alla mia (53 anni) e con fattori di rischio, per contatti di lavoro, analoghi o superiori al mio”. Il magistrato ha revocato la propria disponibilità al vaccino dichiarando di voler attendere “eventuale chiamata insieme al restante personale del settore giustizia o di quella successiva, per classi di nascita, come tutta la popolazione».

 

 

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