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Crisi economica. A gennaio in Trentino ulteriore calo del 30% delle assunzioni

Cgil Cisl Uil: “L’emergenza sanitaria deprime il mercato del lavoro in tutti i settori. Impegno massimo della Giunta su riduzione dei contagi e vaccinazioni: è questa l’unica vera soluzione alla crisi”. Solo a marzo circa 1,5 milioni di ore di cassa

Il perdurare dell’emergenza sanitaria provocata dai contagi da Covid 19 anche in Trentino deprime ulteriormente le dinamiche del mercato del lavoro locale. Anche in assenza di particolari e diverse restrizioni rispetto ai mesi precedenti - a gennaio il Trentino è rimasto costantemente in zona gialla - il calo delle assunzioni registrato da Agenzia del Lavoro nel primo mese del 2021 raggiunge il 29,6% e riguarda pressoché tutti i settori dall’industria al commercio, passando per l’agricoltura.
In particolare si riduce la domanda di lavoro nel manifatturiero industriale (-14,6%), nei servizi alle imprese (-16,7%), nel commercio (-33,2%), nelle costruzioni (-36,2%) e nei pubblici esercizi (-60,5%). In totale la riduzione delle posizioni lavorative attivate a gennaio rispetto allo stesso periodo del 2020 è pari a 3.024 contratti in meno. In percentuale la riduzione riguarda di più gli uomini delle donne (-33,8% contro -25,3%), gli stranieri rispetto agli italiani (-42,5% contro -24,8%), gli adulti (-32,1%) rispetto ai giovani fino a 29 anni (-25,8%) e ai senior oltre i 54 anni (-29,5%).
Riguardo le tipologie contrattuali in percentuale il calo maggiore riguarda gli apprendisti (-48% su base annua), mentre in termini assoluti sono i contratti a tempo determinato a ridursi in maniera maggiore (-1.588 contratti a termine nel solo mese di gennaio). Seppur in calo del 33,5% rispetto a gennaio dell’anno scorso, nel primo mese del 2021 le assunzioni a tempo indeterminato sono state ben 1.128 alle quali si aggiungono 466 trasformazioni da contratti a termine.
“L’emergenza sanitaria provocata dal perdurare degli effetti della pandemia da Covid-19 - affermano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti - continua a deprimere la domanda di lavoro delle imprese, in particolare quelle del terziario per il blocco del settore turistico e ricettivo. Ma la riduzione delle assunzioni riguarda tutti i settori a riprova che la crisi economica colpisce tutti gli ambiti dell’economia provinciale. Per questo la Giunta provinciale deve concentrare tutti i propri sforzi nel dare una soluzione definitiva alla riduzione dei contagi e alla campagna di immunizzazione attraverso i vaccini anti-Covid. Questa è l’unica vera soluzione alla crisi in atto. Tutto il resto sono palliativi che allungano i tempi dell’agognata ripresa”. I sindacati chiedono poi che, mentre si agisce con forza sugli aspetti sanitari riducendo la pressione sui nostri ospedali, servono misure per sostenere il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti dalla crisi. “Sul fronte dei sostegni al reddito - avvertono Grosselli, Bezzi e Alotti - la Giunta Fugatti deve fare la propria parte senza attendere sempre e solo lo Stato”.
A confermare il fatto che la crisi economica sta avendo effetti drammatici sul mercato del lavoro provinciale arrivano anche i dati più recenti sull’accesso alla cassa integrazione delle piccole imprese. “Solo a marzo - ricordano i segretari generali di Cgil CIsl Uil del Trentino - il fondo di solidarietà del Trentino ha autorizzato circa 1,5 milioni di ore di cassa integrazione Covid per le piccole imprese del commercio, degli studi professionali, del turismo e della cooperazione, accogliendo 2.700 domande di sospensione delle aziende aderenti e stanziando oltre 13,5 milioni di euro per la copertura delle indennità di cassa per le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti nelle sospensioni”.

Trento, 26 marzo 2021

 

 

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