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Porfido. Su marchio di qualità e legalità serve più coraggio

Sindacati: la delibera della giunta è insufficiente a tutelare il lavoro, scoraggiare il rischio di infiltrazioni mafiose e garantire la sicurezza nelle cave

Le proposte della giunta provinciale sul marchio di qualità e sui controlli per favorire la legalità nel comparto del porfido denotano scarso coraggio e sono insufficienti a garantire sia il rispetto dei contratti di lavoro, sia la sicurezza nelle cave così come a tenere lontano efficacemente il rischio di infiltrazioni criminali”. E’ quanto sostengono Cgil e Cisl insieme alle categorie di settore, Fillea e Filca del Trentino sui contenuti delle due delibere discusse in commissione provinciale.

Per i sindacati i provvedimenti denotano superficialità e non realizzano interventi significativi per l’intera filiera. “Abbiamo chiesto l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro nazionale e provinciale, non solo per i concessionari di cava come già previsto dalla legge 7, ma anche per le aziende artigianali che lavoreranno i porfido grezzo proveniente dai concessionari – spiegano Sandra Ferrari e Moreno Marighetti della Fillea e Fabrizio Bignotti della Filca -. Affinché questa richiesta abbia una ricaduta concreta è necessario potenziare gli organi ispettivi e rafforzare i controlli oggi insufficienti”

Punto che le organizzazioni sindacali contestano è anche la percentuale minima di lavorazione di materiale grezzo nelle cave. “La deroga è una scelta che non contrasta l'illegalità perché favorisce situazioni di opacità e anche infiltrazioni di interessi illeciti. Mantenere una percentuale più alta di lavorazione del grezzo nelle cave avrebbe anche agevolato la creazione di posti di lavoro oltre che un controllo sulla qualità del prodotto lavorato”.

Altro tema che sta molto a cuore alle organizzazioni sindacali ma su cui i provvedimenti dell’Esecutivo risultano insufficienti è una maggiore garanzia della salute e della sicurezza sul lavoro. “Sarebbe stato opportuno favorire l’istituzione di figure come i responsabili dei lavoratori per la sicurezza territoriali. Il numero degli attuali Rls è insufficiente e non permette un adeguato monitoraggio della situazione né un’efficace azione di prevenzione dei rischi”.

Per questa ragione Cgil, Cisl, Fillea e Filca insistono sulla necessità di istituire un osservatorio per il settore del porfido con una autorità che si occupi della legalità con verifiche puntuali sulla tutela della salute della sicurezza, della regolarità retributiva e contributiva dei lavoratori di tutta la filiera. “Questo sarebbe un concreto passo avanti”, concludono.

 

Trento, 14 maggio 2021

 

 

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