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Apsp Fassa. Da lunedì senza occupazione le lavoratrici delle pulizie

Con il cambio appalto si è scelto di internalizzare il servizio ma c’è il rischio che sia solo un taglio di costi.


E’ ormai una questione di pochissimi giorni: da lunedì le addette alle pulizie nell’Azienda per i servizi alla persona della Val di Fassa resteranno senza lavoro. E’ questo per le due lavoratrici l’epilogo del cambio appalto dal momento che i vertici dell’Apsp hanno scelto di internalizzare il servizio. Una decisione che non convince i sindacati per i quali il vero obiettivo dell’operazione è tagliare i costi del personale. “Ad oggi non sappiamo se il servizio verrà affidato al personale delle Ente già in carico o se verrà fatto un bando di assunzione né chi svolgerà le mansioni di queste due addette – fanno notare Filcams e Fp Cgil con Fisascat -. Appare quanto meno strano che si scelga di internalizzare in un momento in cui le case di riposo tornano a popolarsi e dunque aumenteranno anche i carichi di lavoro per tutte le diverse figure professionali”. Del resto il sindacato è da sempre favorevole ai processi di internalizzazione purché diano continuità occupazionale e reddituale ai lavoratori coinvolti e non siano unicamente legati a fattori meramente economici e opportunisti a discapito dei lavoratori più fragili della catena, come sembra essere il caso dell’Apsp fassana.
La società che fino a questo momento ha gestito le pulizie, la Multiservizi di Zanvettor MAriano, si è trovata di fronte ad una scelta obbligata: se vogliono mantenere il posto di lavoro le due addette dovranno spostarsi su un altro cantiere a Trento, a oltre 50 chilometri di distanza. E’ abbastanza scontato come andrà a finire.
E accanto alla situazione del servizio pulizie c’è quella altrettanto critica degli addetti alla ristorazione, sette persone in tutto. Il bando per il nuovo appalto non ha previsto la nuova clausola sociale, cioè quella che prevede l’obbligo di assunzione alle stesse condizioni del personale uscente. Da qui la richiesta dei sindacati di modificare il bando per tutelare concretamente i lavoratori. “Queste purtroppo sono le conseguenze dello spacchettamento dei servizi: si divide quello che era un appalto unico in tanti piccoli lotti e così si sta sotto soglia con minori vincoli”, denunciano ancora i sindacati, che aggiungono preoccupati: “Quella di Fassa è una situazione tutt’altro che isolata in provincia. C’è chi ricorre alla lottizzazione dei servizi, chi propone appalti di brevissima durata, chi internalizza senza garanzie. L’unica certezza è che a rimetterci sono sempre i lavoratori e le lavoratrici”.
Per questa ragione Filcams, Fp e Fisascat insistono sulla necessità della certificazione della stazione appaltante, con una regia unica per le gare e i bandi. “Ci sono realtà troppo piccole e non strutturate per gestire le gare d’appalto e le conseguenze ricadono sempre sull’anello più debole. Un tema che riteniamo indispensabile affrontare anche con Upipa”.
E’ già stato chiesto un incontro e si attende un riscontro quanto prima.



Trento, 4 giugno 2021

 

 

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