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Ricicla 2. Inaccettabile qualsiasi forma di discriminazione sul lavoro

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I lavoratori e le lavoratrici devono essere tutti uguali. Invece il mondo del lavoro divide troppo frequentemente tra addetti di serie A e addetti di serie B. Solo ai primi vengono riconosciuti maggiori diritti e tutele adeguate, per gli altri anche le tutele e i diritti sono di serie B.
Quanto denunciato dai lavoratori di
Gi Group e raccontato dall’Espresso sconcerta, ma non è un caso isolato. Perché tanti tasselli dell’attuale legislazione del lavoro in Italia hanno ridotto o annullato la tutela di tutti quei lavoratori e lavoratrici più fragili, come le donne, i giovani, gli stranieri i disoccupati anziani. Figure che il mercato del lavoro relega ad una condizione di marginalità e per i quali le opportunità di occupazione sono molte volte precariato, instabilità, diritti non riconosciuti. Accade a Lavis. Ma succede con i lavoratori e le lavoratrici precarie, con gli interinali, gli addetti all’ultimo miglio della logistica, con tutti coloro che lavorano negli appalti anche pubblici, come accaduto con le gare di alcune pubbliche amministrazioni locali.
Questo chiaramente non è sufficiente per volgersi dall’altra parte, ma richiede un impegno responsabile da parte di tutti. Anche di chi ha il compito di tutelare i lavoratori, come il sindacato.
Per questa ragione ormai da tempo siamo impegnati a denunciare queste forme di discriminazione e siamo impegnati in una battaglia per migliorare il diritto del lavoro del nostro Paese e riformare i contratti anche con strumenti di secondo livello.

Sul caso specifico verificheremo che contratti e accordi siano applicati in modo normativamente corretto e useremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione contro qualsiasi forma di discriminazione su assunzioni e stabilizzazioni.

 

Trento, 29 giugno 2021

 

 

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