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Assestamento. Bene le cifre complessive, ancora indecifrabile il quadro delle misure

Cgil Cisl Uil: preoccupa un’impostazione che punta a tagliare le misure di welfare in vista del bilancio per il 2022. Vanno nella giusta direzione gli stanziamenti per sanità e scuola, ma mancano interventi per il ceto medio più colpito dalla crisi.

Nessun giudizio definitivo, ma una serie di perplessità sulle scelte cardine del prossimo assestamento di bilancio e della programmazione economica e finanziaria per gli ultimi due anni della legislatura. La manovra, non ancora definitiva, è stata illustrata ieri sera alle parti sociali e al momento il giudizio del sindacato resta sospeso. “E’ sicuramente significativa la portata della manovra pari a 197 milioni di euro che, insieme alla legge provinciale 7, mobilita risorse per circa 430 milioni di euro. Vengono investite nuove risorse e questo è sicuramente un segnale positivo“, ammettono i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, che però non nascondono i dubbi sulle scelte allocative della Giunta Fugatti.
In particolare Cgil Cisl Uil apprezzano gli impegni assunti su sanità e scuola, anche se si attendono maggiore chiarezza su come le risorse previste (33 milioni sul servizio sanitario e 16 sulla scuola) verranno impegnati in questi due ambiti.
Ancora una volta, però, i sindacati constatano la mancanza di investimenti di lungo respiro e su settori a più alto valore aggiunto e tasso di innovazione. “Ci sono in ballo risorse importanti, ma mancano progetti che guardino al medio-lungo termine. In questo modo si rischia di non utilizzare al meglio le risorse e di consegnare il Trentino ad una crescita stentata e non competitiva”, sottolineano. E anche sui lavori pubblici resta c’è il rischio che si privilegi un pacchetto di opere più finalizzati ad accontentare le richieste dei territori, che a fare da reale volano per la ripresa economica generando valore. Mancano poi secondo i sindacati misure capaci di ampliare e qualificare le politiche attive del lavoro per aiutare contestualmente i disoccupati che faticano a trovare un impiego e le aziende che al contrario non riescono a trovare addetti qualificati.

Disco rosso invece sul piano del lavoro e del welfare. Per i sindacati è inconcepibile che su due manovre per complessivi 430 milioni di euro la Provincia non trovi le risorse necessarie per sostenere il ceto medio che è stato colpito in maniera consistente dalla crisi economica provocata dal Covid, per qualificare i servizi pubblici a favore di famiglie ed imprese e per il rinnovo del contratto degli enti locali, così come non piace ai sindacati l’idea di tagli lineari al welfare. “In questa fase il Def non è ancora definitivo, quindi anche ogni nostro giudizio è solo parziale. Certo è che se venisse confermata un’impostazione basata su tagli lineari alle risorse per il lavoro e le famiglie non potremmo che esprimere la nostra contrarietà perché in questa fase di ripresa non bisogna lasciare indietro nessuno. Auspichiamo, però, che la Giunta Fugatti prenda atto delle difficoltà di una fascia importante della nostra comunità e che gli investimenti per sostenere le famiglie sono una scelta che ha ricadute importanti sulla crescita economica e sulla coesione sociale”, concludono i tre segretari.


Trento, 29 giugno 2021

 

 

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