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Aperture festive. Per dare risposte ai lavoratori si favorisca la contrattazione

Sindacati: la bocciatura della legge Failoni era scontata. Intanto non si è fatto nulla per migliorare le condizioni degli addetti


“Le risposte di cui le lavoratrici e i lavoratori del commercio hanno bisogno possono arrivare dalla contrattazione e da tutte le forze politiche sia di maggioranza che di minoranza sia provinciali che negli enti locali. Lo sosteniamo da un anno. La giunta provinciale, invece, sulle chiusure festive ha scelto di illuderli con una legge che di fatto è disapplicata dal settembre scorso e che ora si è schiantata al muro della Corte costituzionale. Tutte le forze politiche si facciano promotrici dell'attribuzione alla Pat di competenze maggiori anche tramite la Commissione dei 12, perché è in gioco il modello di società e di territorio che vogliamo”. Commentano così Cgil Cisl Uil insieme alle categorie del commercio, Filcams, Fisascat e Uiltucs, la bocciatura inferta dalla Suprema Corte alla legge Failoni. “Pur consapevole che quella sulla concorrenza è una competenza esclusiva dello Stato, il consiglio provinciale ha legiferato. Per questo noi sempre chiesto un piano B – sottolineano i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti insieme ai segretari provinciali Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher -. La cosa grave, invece, è che l’assessore Failoni ha scelto un atteggiamento di colpevole attesa non dando attuazione all’articolo 2 della sua legge sulla contrattazione, non cogliendo le nostre sollecitazioni e lasciando trascorrere un anno durante il quale le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori non sono sicuramente migliorate”.
Quello delle aperture è una questione che si trascina da anni. “L’attuale Governo provinciale ha imboccato subito una strada sbagliata – rimarcano i sindacalisti -. Anche la precedente Giunta però su questa questione non ha fatto nulla e ancora oggi nelle minoranze c’è chi sostiene la bontà delle aperture festive tout court”.
I sindacati, dunque, ribadiscono che l’unica strada oggi concretamente percorribile resta quella di dare risposte agli addetti sul lavoro domenicale e festivo sia la contrattazione di secondo livello e una vera riforma autonomista delle competenze attribuita alla PAT. “Un accordo contrattuale che la Giunta dovrebbe favorire, potrebbe stabilire un numero massimo di giornate festive per ciascun lavoratore, una giusta retribuzione del lavoro festivo, riposi e turnistica adeguate oltre che favorire la messa in campo di misure di conciliazione ampie e flessibili per chi ha figli o carichi di cura familiari oltre a ciò un movimento compatto della politica tutta a tutti i livelli per assumerci le competenze in materia e rilanciare la nostra autonomia”.
Quel che è certo, per le organizzazioni sindacali, che non si può pensare di scaricare sui lavoratori il costo delle aperture festive. “La priorità deve essere quella di migliorare le condizioni economiche e di lavoro degli addetti. E questo è un obiettivo che si raggiunge al tavolo contrattuale con un confronto franco tra le parti sociali che la Giunta avrebbe già dovuto promuovere da un anno invece che attendere quanto era già chiaro dopo la scelta del Tar del settembre scorso”, concludono i sindacalisti.

Trento, 2 luglio 2021

 

 

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