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Metalmeccanici artigiani, la Corte d’Appello di Trento dà ragione alla Fiom

La disdetta del contratto territoriale da parte dell’Associazione Artigiani è illegittima

La Corte d’Appello di Trento dichiara l’illegittimità della disdetta, data dall’Associazione Artigiani, del Contratto territoriale unitario dei Metalmeccanici settore artigianato del settembre 2016 e dispone la pubblicazione della sentenza sui quotidiani locali e sul mensile QT-Questotrentino.

Alla notizia della sentenza della Corte d’Appello di Trento, l’Assemblea Generale della Fiom è scoppiata stamane in un fragoroso applauso, per una delle vicende più laceranti degli ultimi anni, divenuta oggetto di vivaci discussioni nelle assemblee in fabbrica.

Nel settembre 2016 fu firmato, tra Associazione Artigiani e i sindacati dei metalmeccanici del Trentino, il contratto integrativo territoriale per i lavoratori delle aziende metalmeccaniche artigiane, che aveva previsto, tra le altre cose, il pagamento dello stipendio per le giornate di malattia breve degli operai (che ne erano esclusi), due giornate di ferie in più all’anno, un premio mensile non inferiore a 50 euro e altro ancora. Poco più di un mese dopo, però, l’Associazione Artigiani – nonostante avesse essa stessa riconosciuto pubblicamente la bontà dell’accordo – comunicò la disdetta del Contratto appena firmato, accampando motivazioni, in seguito censurate dai Giudici, in merito all’insostenibilità economica dell’accordo.

La Fiom affermò sempre l’illegittimità della disdetta, accettando ugualmente di tornare a sedersi al tavolo con Assoartigiani per tentare una ricomposizione, ribadendo in ogni sede che il contratto territoriale sottoscritto da tutte le sigle sindacali nel 2016 manteneva nel frattempo piena efficacia.

Nell’estate 2017 l’Associazione Artigiani – con un ruolo opaco dell’Ente Bilaterale dell’Artigianato finanziato dai lavoratori del settore – dichiarò carta straccia l’accordo del 2016 e propose alle Organizzazioni Sindacali un testo molto peggiorativo non soltanto rispetto a quello firmato l’anno prima, ma addirittura rispetto al Contratto Nazionale. A quel punto, come accertato dalla Corte d’Appello di Trento, “mentre Fim e Uilm hanno … siglato un nuovo accordo peggiorativo (con clausola ... di finanziamento “una tantum” delle due organizzazioni sindacali mediante trattenuta ... ai lavoratori non iscritti ...), la Fiom ha mantenuto ferma la sua posizione”.

La vicenda, come si può immaginare, suscitò forte scalpore, divisioni tra Organizzazioni Sindacali e persino all’interno della Cgil. La Fiom del Trentino ebbe invece sempre il pieno appoggio della Fiom Nazionale e soprattutto la solidarietà dei lavoratori dell’industria, preoccupati del fatto che questa vicenda potesse divenire un precedente grave.

Oggi, dopo un lungo e articolato percorso giudiziario promosso proprio dalla Fiom del Trentino in sede civile, passato anche attraverso un rimpallo tra varie Sezioni del Tribunale ed una sconfitta in Primo grado, la Corte d’Appello di Trento ha emesso una sentenza netta e ben motivata.

Nei prossimi giorni, assieme ai nostri legali – dichiara Terragnolo – valuteremo le azioni necessarie per far rispettare la sentenza e per far sì che un fatto così grave non rimanga senza conseguenze. Nel frattempo – prosegue la Segretaria Generale della Fiom del Trentino – ribadiamo la nostra volontà di ricomporre la frattura, della quale le uniche vittime sono i lavoratori del settore artigiano e le stesse aziende: nel dicembre 2020 abbiamo avanzato all’Associazione Artigiani, assieme a Fim e Uilm, una proposta unitaria di rinnovo del Contratto territoriale, ma da allora non abbiamo ottenuto alcun cenno di risposta. Auspichiamo che questa sentenza possa aiutare a sbloccare la situazione, per il bene del nostro tessuto produttivo e delle famiglie dei lavoratori coinvolti".

 

 

Trento, 12 luglio 2021

 

 

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