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Calo delle nascite. La Provincia vari misure inclusive per le famiglie

Cgil Cisl Uil: si punti sul lavoro di donne e giovani. Senza stabilità non si fanno figli E sugli anziani sollecitano l’avvio della riforma Spazio Argento

Calo delle nascite. La Provincia vari misure inclusive per le famiglie

Con meno di 4mila nuovi nati l’anno e con una percentuale di anziani in crescita esponenziale il Trentino dovrà gestire a breve termine un’importante sfida demografica, potenziando e innovando le misure di welfare pubblico, anche in chiave inclusiva”. Commentano così i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil l’ultimo rapporto provinciale su famiglia, natalità e demografia dell’Agenzia per la Famiglia. “Ormai quasi un anno fa abbiamo chiesto alla Giunta provinciale di aprire un confronto con tutte le parti sociali per definire e condividere strategie e strumenti per gestire il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione, anche alla luce della revisione dei sostegni statali alle famiglie. Da allora non si è fatto nulla”.
Come evidenzia il Rapporto c’è un nesso tra crisi economica e crisi delle nascite visto che in Trentino le culle si sono progressivamente svuotate dal 2010. E, con la crisi Covid, il fenomeno non potrà che accelerare. Per questa ragione i sindacati chiedono misure che incentivino l’occupazione stabile dei giovani e delle donne. “Nei paesi europei dove si fanno più figli c’è anche una più elevata partecipazione al mercato del lavoro di donne e giovani con opportunità di lavoro più stabili. Servono misure che aumentino i tassi di occupazione femminile, migliorino i processi di inserimento lavorativo dei giovani e garantiscano misure più ampie e flessibili di conciliazione per i genitori. Non è con il solo bonus bebè che si incentivano i giovani a fare figli. Da gennaio ci sarà l’assegno unico universale. E’ una misura nazionale che va nella giusta direzione, ma che deve essere coordinata e resa più efficace grazie agli interventi provinciali che non vanno dismessi”. Su questo fronte per esempio, i sindacati hanno chiesto anche di aumentare la soglia di detrazione del lavoro femminile ai fine del calcolo Icef, per incentivare le donne a lavorare. La partita si gioca anche sul fronte dei redditi: quelli trentini sono più bassi della media del Nordest e dell’Alto Adige e sulla capacità di spesa delle famiglie pesa in modo importante anche la casa. “Eppure il tema dell'edilizia abitativa è totalmente assente dall’agenda della Giunta Fugatti, che si limita a declinarlo solo con misure discriminatorie, senza un vero piano per aumentare l’offerta di alloggi pubblici o a canone moderato”.
Infine il nodo dell’invecchiamento della popolazione che chiama in ballo una revisione dei sistemi di assistenza sociale e socio-sanitaria alle famiglie, ma anche politiche di invecchiamento attivo. “I numeri parlano chiaro, ma l’Esecutivo ancora tentenna sulla riforma del welfare anziani, mentre per la riorganizzazione verso il territorio dei servizi dell’Azienda sanitaria la Giunta stanzia una miseria, solo 400mila euro che non potranno dare alcuna risposta ai crescenti bisogni dei nuclei con familiari non autosufficienti o con patologie croniche, con il rischio che siano di nuovo le famiglie a doversene far carico”.

Trento, 17 settembre 2021

 

 

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