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Sconcerto per la morte di Lorenzo. Più investimenti in qualità e sicurezza del lavoro

Cambiare l'alternanza scuola-lavoro mettendo al centro le esigenze dei giovani

L'assemblea della Cgil del Trentino ha approvato un ordine del giorno sulla tragica morte di Lorenzo Parelli chiedendo di modificare il sistema di stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro. Sotto il testo

 

Lorenzo Parelli è morto a 18 anni, nell’ultimo giorno di stage formativo. E’ l’ennesima vittima sul lavoro in Italia. Ma non solo. Lorenzo è anche la vittima di un sistema che non funziona e di un Paese che non investe sul futuro occupazionale dei propri giovani e che assiste incredulo, ma anche immobile ad una strage quotidiana, quella delle morti sul lavoro. La morte inaccettabile di Lorenzo è una tragedia per l'intero paese alla quale si deve reagire solo in un modo: tornare ad investire sulla qualità del lavoro e sulla prevenzione degli infortuni. Perché nessuna morte sul lavoro è una fatalità ma il risultato del mancato rispetto delle regole minimali di salute e sicurezza. 

In Italia, Trentino compreso, negli anni c’è stato un ricorso crescente e non corretto, un vero e proprio abuso, dei tirocini che troppo spesso hanno garantito alle imprese manodopera non retribuita e trasformando, nel migliore dei casi, anche per giovani qualificati, diplomati e laureati un’occasione formativa in un improprio allungamento periodo di prova di lavoro. Si è arrivati ad un punto di tale distorsione che nell’ultima legge di Bilancio il Governo ha deciso di intervenire su questo tema. Stage e tirocini, dentro e fuori il sistema dell'alternanza scuola-lavoro, non possono tradursi in una scorciatoia che rende legittimo lavorare per mesi e mesi senza una retribuzione e senza diritti.

Se il sistema di alternanza scuola-lavoro vuole davvero rappresentare un’opportunità di arricchimento formativo per i giovani anche in Trentino, bisogna prima di tutto evitare le forme di abuso, mantenendone invece le caratteristiche positive. Tra queste ultime c’è senza dubbio, almeno nella nostra provincia, la presenza delle organizzazioni sindacali nei processi di alternanza che permettono agli studenti di entrare in contatto con chi offra loro informazioni utili sui diritti, sulle tutele contrattuali e sulla cultura del “buon lavoro”. 

In questo quadro l’unica strada da seguire è quella di agire sull’alternanza scuola-lavoro affinché il sistema sia tarato realmente, e non solo formalmente, sui bisogni dei ragazzi e delle ragazze, non delle aziende che li ospitano che in questa circostanza diventano soggetto formativo. In particolare anche il Trentino, oltre a vedere eliminate le forme di tirocinio che sostituiscono lavoro retribuito, serve puntare su tre aspetti. 

In primo luogo l’alternanza non può essere ristretta ad una parte della vita attiva, in particolare negli anni giovanili dedicati allo studio. Per questo chiediamo da tempo alla Provincia di rafforzare la certificazione delle competenze: il sapere appreso lavorando deve essere riconosciuto anche a fini formativi offrendo così, attraverso soggetti terzi, anche alle lavoratrici e ai lavoratori l’opportunità di accedere in modo flessibile ai più alti gradi di istruzione. 

In secondo luogo bisogna lavorare alla qualificazione delle imprese che si candidano ad ospitare percorsi di formazione in alternanza: uno stage o un tirocinio non può essere per tutte le aziende ma queste debbono offrire specifiche garanzie per essere realmente riconosciute come soggetto formativo.

Per ultimo la vera alternanza non può prescindere dall’apprendistato duale in cui i periodi di scuola si alternano a periodi di lavoro, contrattualmente definiti, dunque con diritti, retribuzioni e tutele chiare e garantite. Questo è il sistema che si adotta nel Nord Europa e che in modi originali da tempo caratterizza una porzione della formazione professionale dell’Alto Adige. Su questo fronte anche in Trentino si può fare più e meglio di quanto si faccia oggi, anche prevedendo forme di apprendistato duale nel sistema di istruzione terziaria. 

Solo affrontando anche questi nodi il mondo della scuola e del lavoro potranno costruire sinergie positive, che mettano al centro il percorso di accrescimento delle competenze dei giovani, i loro bisogni formativi e le loro aspirazioni professionali. 

Trento, 28 gennaio 2022

 

 

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