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Contratti pubblici, Fugatti non ricominci con le chiacchiere

La firma è di dicembre: cosa frena i tavoli per i rinnovi?

Contratti pubblici, Fugatti non ricominci con le chiacchiere

Alle parole di Fugatti e Spinelli la Funzione Pubblica Cgil del Trentino, col segretario generale Luigi Diaspro, replica chiedendo fatti concreti, perché il personale dei comparti pubblici trentini è letteralmente stufo di chiacchiere e chiede di procedere speditamente sugli impegni assunti. «Alla giunta provinciale diciamo “basta” con le promesse e le pacche sulle spalle: si dia corso agli impegni che su pubblico impiego, sanità, ricerca e scuola si sono presi col protocollo di dicembre. A due mesi abbondanti da quella firma, infatti, ancora non ci sono le direttive all’Apran per aprire i tavoli di discussione.

Il sindacato ha dato ulteriore prova di responsabilità, assumendo un impegno per un percorso finalmente risolutivo della vertenza. L’ampia mobilitazione di fine 2021 ha costretto la giunta a stanziare le risorse necessarie e, quindi, ora è tempo di aprire i tavoli dei rinnovi ma anche e soprattutto quelli dell’ordinamento professionale: tema fondamentale per dare risposte anche all’attrattività del lavoro sul territorio, con un riconoscimento del valore delle professionalità e delle competenze a tutti i livelli e in tutti i settori.

Fugatti faccia pure promesse generiche per ulteriori patti con le parti sociali per lo sviluppo del territorio, ma dia intanto e prioritariamente corso agli impegni già presi e da lui firmati a dicembre».

Diaspro aggiunge: «Intanto assistiamo al particolare attivismo su questioni di altra natura – concerti ed eventi – e alla preoccupante deriva dei finanziamenti verso il sistema sanitario privato, con depauperamento di quello pubblico e crescita delle disuguaglianze nell’accesso alle cure. Solo col nuovo contratto si possono dare risposte e restituire “attrattività professionale” al territorio: Inoltre servono assunzioni di tutte le figure: amministrativi, tecnici, operai e professionisti dei vari settori, perché il sistema è unico e complesso e tiene se ciascun ambito interagisce e supporta gli altri. La voglia di fuga verso il privato da parte di tanti professionisti dimostra che racconta frottole chi parla di privilegi e rendite di posizione da parte dei dipendenti pubblici.

Anche la riforma sanitaria non avrà possibilità di successo se non si fanno i conti con la carenza di personale e di motivazioni per chi resta: che senso ha dunque, in questo momento, parlare di ospedali policentrici e servizi di prossimità diffusa per la comunità?»

È evidente che, su questi presupposti, se non ci saranno risposte immediate, la mobilitazione non potrà ritenersi conclusa a dicembre.

 

 

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