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Lavoro. La riforma così compromette il valore sociale dello Progettone

Cgil Cisl Uil in II commissione chiedono di migliorare il disegno di legge della Giunta perché a pagare non siano lavoratrici e dei lavoratori più deboli: “Serve proteggere chi non può rioccuparsi nel mercato ordinario”

La finalità sociale del Progettone e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori deboli devono restare un punto fermo del Progettone. Lo strumento è finalizzato alla coesione e inclusione sociale e tale deve restare. La riforma della Giunta provinciale rischia di ridimensionare fortemente questo aspetto che per noi, invece, rappresenta un punto fermo. Servono garanzie sufficienti nel testo normativo”. E’ quanto hanno ribadito questa mattina Cgil Cisl Uil ai membri della II Commissione durante l’audizione sul disegno di legge 140.

Non abbiamo alcun pregiudizio e condividiamo la necessità di innovare lo strumento per dargli solidità giuridica, rafforzarne la valenza di politica attiva del lavoro e adeguarlo ai tempi, ma non può essere solo un cambiamento di facciata che alla fine peggiora le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori”, hanno detto Maurizio Zabbeni, Fulvio Bastiani e Walter Largher ai consiglieri presentando un documento con le proposte di modifica del sindacato. Va bene dunque la scelta di rivedere l’impianto generale del Progettone garantendo solidità e certezza giuridica al sistema degli affidamenti al terzo settore e introducendo più forti politiche attive del lavoro, ma non sulla pelle dei più fragili.

I sindacati chiedono che sia scritto nero su bianco nel testo che il Progettone è e resta uno strumento a sostegno dei lavoratori deboli. In tal senso tutti coloro che non potranno o non riusciranno a transitare al mercato del lavoro ordinario dovranno essere adeguatamente tutelati. Va in questa direzione la richiesta di scrivere in legge una clausola sociale per le lavoratrici e i lavoratori del Progettone in eventuali passaggi tra soggetti incaricati e il reinserimento nella misura se la ricollocazione sul mercato del lavoro fallisse. “La Giunta affronta la questione con un atteggiamento ideologico. Lo strumento non va assolutamente snaturato nella sua valenza sociale e su questo non devono esserci ambiguità”.

Altro nodo critico è l’individuazione dei profili che avranno accesso al Progettone. Per Cgil Cisl Uil questi devono essere definiti attraverso l’intesa con le parti sociali. La proposta della Giunta è poco vincolante e lascia spazio ad interpretazioni ambigue.

Infine la questione delle risorse. Cgil Cisl Uil pretendono uno stanziamento certo in legge sul Progettone e le politiche di age management. Per i sindacati il potenziamento quantitativo e qualitativo dei centri per l’impiego è condizione necessaria e indispensabile, ma la Giunta provinciale non assume un impegno sufficientemente forte su questo tema rischiando così di ipotecare l’efficacia della riforma sotto il profilo del reinserimento delle lavoratrici e dei lavoratori.

L’auspicio espresso oggi in Commissione è che il testo possa essere migliorato nel confronto in aula. Se così non fosse Cgil Cisl Uil sono pronti a mobilitare le lavoratrici e i lavoratori.

 





3 maggio 2022

 

 

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