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Per difendere il Progettone pronti allo sciopero

Concluse le assemblee sui contenuti della riforma. Lavoratori preoccupati e arrabbiati per un disegno che rischia di cancellare la valenza sociale di questo strumento

La riforma del Progettone così come costruita dalla Giunta provinciale non piace alle lavoratrici e ai lavoratori che sono pronti a scioperare per sostenere le richieste di cambiamento avanzate dal sindacato. E’ questo quanto emerso dal giro di assemblee organizzate in queste settimane da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil che insieme alle tre confederazioni stanno seguendo l’iter del DDL 140. “C’è molta preoccupazione e delusione tra le addette e gli addetti del Progettone che abbiamo incontrato in queste settimane – raccontano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher con Moreno Marighetti, Fulvio Bastiani e Fulvio Giaimo per le categorie -. Le lavoratrici e i lavoratori non comprendono la ratio di un provvedimento che se non verrà modificato rischia di cancellare uno strumento che ha dato un contributo importantissimo alla tenuta sociale della nostra comunità nei periodi di più grave crisi economica, generando anche valore per la collettività a cominciare da quanto fatto sulla manutenzione del verde e la tutela ambientale. Il Progettone ha rappresentato un’innovazione per le politiche del lavoro, un esempio virtuoso di inclusione di lavoratrici e lavoratori fragili che senza questa esperienza sarebbero rimasti ai margini, senza un’occupazione”.

Per il sindacato, dunque, si sta sottovalutando l'impatto generale e trasversale che il Progettone ha sulle comunità, prima di tutto in termini di inclusione e coesione sociale, ma anche e soprattutto per tutte le attività e tutti i servizi che sono garantiti proprio ricorrendo alle lavoratrici ed ai lavoratori del comparto.

A preoccupare in modo particolare è la previsione di ricollocare gli addetti del Progettone sul mercato del lavoro ordinario. “E’ evidente che non per tutti questo sarà possibile. Servono garanzie e tutele adeguate. Così come siamo favorevoli all’idea che chi può venga formato e incentivato a trovare un’occupazione normale, siamo altrettanto fermi nel sostenere che nessuno dovrà essere lasciato solo. Servono garanzie precise soprattutto per i soggetti più deboli”. In tal senso – è la richiesta dei sindacati - tutti coloro che non potranno o non riusciranno a transitare al mercato del lavoro ordinario dovranno essere adeguatamente tutelati. Per questa ragione chiedono di scrivere in legge una clausola sociale per le lavoratrici e i lavoratori del Progettone in eventuali passaggi tra soggetti incaricati e il reinserimento nella misura se la ricollocazione sul mercato del lavoro fallisse.

Altro nodo critico è l’individuazione dei profili che avranno accesso al Progettone. Per Cgil Cisl Uil questi devono essere definiti attraverso l’intesa con le parti sociali. La proposta della Giunta è poco vincolante e lascia spazio ad interpretazioni ambigue.

Infine la questione delle risorse. Cgil Cisl Uil pretendono uno stanziamento certo in legge sul Progettone e le politiche di age management.

Per sostenere queste richieste sindacati e lavoratori sono pronti a scendere in piazza durante i lavori del consiglio provinciale di giugno.

 

Trento, 10 maggio 2022

 

 

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