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Riforma del Progettone. Basta buone intenzioni, ai lavoratori servono fatti concreti

Cgil Cisl Uil rispondono alle accuse dell’assessore Spinelli. “Nessuna volontà di strumentalizzare la riforma. Le nostre richieste vanno nella direzione di evitare la tensione sociale. Da Spinelli solo provocazioni”

 

Non abbiamo mai negato la necessità di riformare il Progettone per adeguarlo ai tempi. Siamo fermi, però, nella convinzione che questa riforma può essere migliorata a vantaggio delle lavoratrici e dei lavoratori più fragili. L’assessore Spinelli preferisce scrivere lettere aperte, invece che aprire un confronto serio di merito con le organizzazioni sindacali. Non ci ha mai incontrato e anche l’ultima richiesta di confronto di una settimana fa è caduta nel vuoto. La concertazione è altro”. Non ci stanno Cgil Cisl Uil ad essere additati come coloro che raccontano il falso sulla riforma del Progettone alimentando tensione sociale. “Chi rischia di alimentare tensione sociale è qualcun altro, che non comprende fino in fondo la necessità di tutelare i soggetti più fragili – sottolineano i tre segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Il Progettone è stato un formidabile strumento di tenuta sociale quando la crisi occupazionale in Trentino era drammatica e ha permesso un accompagnamento alla pensione dignitoso per migliaia di persone che altrimenti sarebbero state condannate all’assistenzialismo e lasciate ai margini. Noi pretendiamo garanzie precise che questi soggetti più fragili siano tutelati. Se l’assessore è della nostra stessa idea lo dimostri nei fatti. Di dichiarazioni ne abbiamo avute abbastanza, servono azioni concrete accogliendo le nostre proposte migliorative”.

 

Cgil Cisl Uil vogliono che sia inserita in legge una clausola sociale che tuteli le lavoratrici e i lavoratori del Progettone in eventuali passaggi tra soggetti incaricati e il reinserimento nella misura se la ricollocazione sul mercato del lavoro fallisse. Clausola sociale che dovrà servire anche per tutelare la continuità occupazione degli addetti in caso di cambio affidamento.

Altra questione su cui c’è massima attenzione è l’individuazione condivisa dei profili che potranno essere inseriti nel Progettone. Fino ad oggi il sistema si è retto su uno schema condiviso a tre, Provincia, sindacati, imprese. Così deve continuare ad essere per quanto riguarda regole di ingresso nel Progettone, anni dalla pensione, tipo di contratto offerto, diritti ai lavoratori. I sindacati chiedono che la legge preveda nero su bianco una vera e propria intesa tra imprenditori, sindacati e Provincia.

Infine il nodo delle risorse. Servono stanziamenti certi per far funzionare il Progettone.

Domani alle 14.30, dunque, è confermato il presidio in piazza Dante.

 

 

Trento, 7 giugno 2022

 

 

 

 

 

 

 

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