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Emergenza inflazione. Mentre in Trentino il caro prezzi sfiora ormai il 10%, la Giunta è ferma

Per Cgil Cisl Uil è stato un errore non utilizzare subito l’avanzo di amministrazione. “L’emergenza è qui. E la Giunta aveva promesso di aiutare almeno 70mila famiglie, molte delle quali oggi pagano per i ritardi di Fugatti”

L’inflazione continua a galoppare anche in Trentino. A seconda dei diversi indici, i prezzi a Trento nel mese di luglio sono saliti tra il 9,2 e il 9,5 percento con un aumento rispetto al mese precedente tra il +1,3% e il +0,5%, un dato tra i più alti a livello nazionale. Trainata dai costi dell’energia, ora l’impennata dei prezzi colpisce in modo diretto anche i beni alimentari. “L’emergenza prezzi continua - denunciano i Cgil Cisl Uil del Trentino per bocca dei segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti - ma la Giunta Fugatti è immobile. Abbiamo contestato la decisione dell’esecutivo provinciale di congelare 100 milioni di euro di avanzo di amministrazione perché le famiglie faticano a pagare bollette e a riempire il carrello della spesa. Quelle risorse vanno destinate subito alle famiglie con condizioni economiche medio-basse”.
I sindacati ricordano che da gennaio di quest’anno, quando le dinamiche inflattive erano già molto chiare, avevano sollecitato la Giunta ad adottare misure straordinarie, accompagnandole con riforme strutturali per agevolare le famiglie, a partire da quelle con figli. “Abbiamo dovuto aspettare fino ad agosto per superare le inerzie della Giunta Fugatti e veder riconosciuto il diritto di tutte le famiglie beneficiarie dell’assegno unico provinciale - circa 32.000 nuclei - di ricevere un’integrazione al reddito per far fronte all’impennata dei prezzi dell’energia. Ma la Giunta aveva promesso di coprire almeno 70.000 famiglie. Mancano quindi all’appello migliaia di nuclei con redditi medio-bassi, formati da pensionati, da single o senza figli. I soldi ci sono ma il centrodestra trentino non vuole spenderli. Magari Fugatti aspetta che la campagna elettorale per le politiche entri nel vivo. Ma intanto a pagare le conseguenze di questi ritardi sono i cittadini più deboli e l’economia locale che deve fare i conti con la contrazione dei consumi.”
Accanto all’estensione delle misure straordinarie per abbattere i costi energetici delle famiglie, Cgil Cisl Uil chiedono interventi strutturali, alcuni per sostenere la contrattazione a livello territoriale e aziendale e con essa gli aumenti salariali per migliaia di lavoratrici e lavoratori, altri per adeguare i benefici sociali provinciali al reale costo della vita e rafforzare gli strumenti di sostegno alle famiglie, a partire da quelli per la conciliazione. Inoltre reclamano una politica di lungo termine in materia energetica, permettendo la diffusione anche a livello domestico della produzione di energia solare attraverso le tecnologie fotovoltaiche. “Abbiamo presentato ancora in marzo una serie di proposte - concludono Grosselli, Bezzi e Alotti - ma non abbiamo mai ricevuto risposta. Ed ora migliaia di famiglie saranno costrette ad attendere i tempi della campagna elettorale, se va bene,  per avere un sostegno minimo”.

 

Trento, 11 agosto 2022

 

 

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