NEWS

Avvio anno scolastico. Vuota quasi la metà delle cattedre a tempo indeterminato

La denuncia della Flc: concorsi in ritardo e scarsa programmazione alla base di questa situazione. La situazione peggiore in medie e superiori

Avvio anno scolastico. Vuota quasi la metà delle cattedre a tempo indeterminato

E’ cominciato il conto alla rovescia per l’inizio dell’anno scolastico anche per gli studenti della scuola primaria e secondaria. Lunedì bambini e ragazzi torneranno in aula in tutto il Trentino, ma anche quest’anno la scuola provinciale dovrà affrontare il problema della cattedre vuote. A giugno si sono liberate, a seguito dei pensionamenti, 548 cattedre, cioè posti a tempo indeterminato, ma solo il 52% di queste è stato coperto con insegnanti che sono entrati in ruolo. Il resto è stato affidato, o verrà affidato nei prossimi giorni, con i contratti a tempo determinato. “Anno dopo anno, con o senza concorsi, a scuola come in un assurdo gioco dell’oca si riparte sempre dal via”. La denuncia arriva dalla Flc del Trentino che numeri alla mano spiega qual è la situazione ad oggi.
La condizione peggiore riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado, cioè medie e superiori. A giugno si sono liberati 424 posti a seguito di pensionamento, solo il 40% di questi è stato coperto cioè 169 e ne restano vacanti 255.
I posti vuoti hanno una duplice spiegazione: 112 posti verranno coperti quando sarà concluso il concorso, che sta procedendo tra non pochi ritardi; 143 cattedre, invece, resteranno vuote a prescindere perché i posti messi a concorso erano insufficienti a coprire il reale fabbisogno. Per questi bisognerà attendere un nuovo concorso.
“Questa situazione è il frutto di una serie di errori legati a scarsa programmazione, assenza di visione e insufficienti investimenti sulla scuola – accusa la segretaria provinciale Cinzia Mazzacca puntando il dito contro l’assessorato all’Istruzione -. Come sindacato abbiamo subito messo in guardia l’assessore, ancora oltre un anno fa, che i posti messi a concorso erano insufficienti. Bastava fare una stima dei pensionamenti per avere una fotografia del reale fabbisogno. E’ questa una delle ragioni per cui oggi sono scoperte anche cattedre in discipline che non avevano mai dato problemi di carenza di organico, come italiano. A questo si somma un ingiustificabile ritardo nella procedura del concorso”.
Dove il concorso è stato programmato e gestito per tempo, infatti, la situazione è diversa: alla primaria le 118 delle cattedre liberatesi in giugno sono state coperte per il 95%.
“L’assessore ha dimostrato ancora una volta l’assenza totale di lungimiranza: invece di ricorrere a meccanismi che scardinano le graduatorie stabilizzando a tempo determinato un organico precario, sarebbe stato sufficiente aumentare i posti disponibili per il ruolo e prevedere graduatorie per le assunzioni", insiste Mazzacca che adesso sollecita il titolare dell’Istruzione a prestare fede al suo impegno e a bandire il concorso straordinario entro quest’autunno. “Lo aveva annunciato. Adesso è il momento di farlo”.
Quello dei docenti, peraltro, è solo la punta dell’iceberg. “Se ne parla poco ma a scuola mancano assistenti educatori, personale ausiliario, tecnico e amministrativo. Non si fanno i concorsi perché il Dipartimento è ridotto all’osso e il personale, pur impegnandosi al massimo, non è posto nelle condizioni per seguire in modo efficace le varie partite aperte. Anche su questo sarebbe ora di intervenire”.
Quello ormai alle porte sarà anche l’anno del ritorno alla normalità dopo due anni di pandemia. “La scuola ha affrontato due anni difficilissimi, speriamo che adesso la situazione regga. Quel che è certo che dalla pandemia avremmo anche potuto imparare riducendo il numero di alunni per classi, migliorando le strutture scolastiche, investendo sull’inclusione. Ad oggi quel che sembra aver prevalso è un ragionamento solo ragionieristico, cioè di riduzione dei costi come dimostra anche la decisione di cancellare, dopo appena un anno, la figura dell’assistente educatore alle superiori. Le scuole hanno investito tempo ed energie per progettare e realizzare significativi percorsi per gli studenti per vedere poi cancellato tutto per risparmiare le risorse da dirottare altrove. Per la qualità bisogna attendere ancora”, conclude Mazzacca auspicando che almeno siano rinnovati al più presto i contratti di lavoro “riconoscendo al personale gli aumenti di stipendio che da dicembre 2018 stanno aspettando".

 

Trento, 8 settembre 2022

 

 

TORNA SU