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Ipotesi di accordo per le progressioni orizzontali di ATA, AE, formazione professionale e infanzia

Sfatato definitivamente il mito di migliori condizioni contrattuali dei contratti provinciali

Ieri 26 gennaio 2023, in sede APRaN, FLC CGIL del Trentino ha firmato un’ipotesi di accordo per il riconoscimento delle progressioni del personale ATA, assistente educatore, formazione professionale e infanzia. Si tratta però ancora di un’ipotesi subordinata alla legittimità dell’art. 7 della legge finanziaria trentina 2023, varata il 29 dicembre 2022, che per il riconoscimento della progressione introduce il criterio dell’assenza di sanzioni disciplinari superiori alla multa nel triennio 2019-2021; sono sanzioni disciplinari gravi che riguardano casi che si contano sulle dita di una mano. Se il governo di Roma non avrà nulla da eccepire rispetto a questa impostazione si potrà dare fiato alle trombe, ma fino a quel momento la situazione è congelata, nella migliore delle ipotesi fino a marzo/aprile.

Tutto ciò si deve all’articolo 57 della legge del 3 aprile 1997, l’ordinamento del personale della PAT, che per garantire la progressione non si accontenta di un criterio automatico fondato solo sull’anzianità di servizio, ma pretende un sistema di valutazione che da allora nessuno si è mai preoccupato d’impostare. Nel frattempo però si è affermata l’idea che le progressioni non siano automatiche ma debbano essere negoziate a ogni rinnovo contrattuale. La nostra tesi è che si tratti di un cortocircuito derivante da una lettura distorta dell’articolo 57, il quale non dice che le progressioni non sono automatiche, bensì che gli aumenti retributivi non possano essere “conseguenza di automatismi stipendiali correlati esclusivamente all’anzianità di servizio” ma anche di altri elementi di valutazione. Invitiamo alla lettura dell’articolo in questione. FLC CGIL chiederà un’interpretazione autentica della norma e quando si riaprirà la parte normativa del contratto sarà una delle nostra massime priorità.

Dal punto di vista dei contenuti l’ipotesi di accordo è in linea con le nostre richieste perché abbraccia tutti coloro che non siano incorsi in sanzioni disciplinari superiori alla multa e abbiano maturato il requisito al 31 dicembre 2018, 2019, 2020, 2021 e anche 2022; in particolare quest’ultimo anno non era scontato perché appartiene già al triennio 2022-2024. Anche chi è incorso in sospensioni fino a 30 giorni vedrà solo slittare la propria progressione da uno a due anni ma è imperativo aprire un capitolo nuovo.

Chi pensava che i contratti provinciali fossero migliorativi rispetto a quello nazionale della scuola sarà sorpreso e deluso nel sapere che non è così. Al contrario, come FLC CGIL del Trentino affermiamo da tempo e con ragionevole certezza che chi non rientra sotto l’ala del contratto docenti della scuola a carattere statale, anche a Trento legato a doppio filo col contratto nazionale, ed è assunto invece con il contratto collettivo provinciale (CCPL) del personale ATA, assistente educatore, formazione professionale e scuole dell’infanzia è nettamente penalizzato. La debolezza di questo contratto, che chiediamo sia modificato nelle parti che provocano le maggiori disuguaglianze, è diventata di dominio pubblico quando nel mese di dicembre tutto il personale della scuola statale in Italia ha potuto festeggiare il rinnovo di tutta la parte economica del contratto nazionale scaduto nel 2018: aumenti retributivi del 4,2%, arretrati degli aumenti relativi al periodo 2019-2022, progressioni retributive. In Trentino questa buona notizia ha riguardato solo i docenti della scuola a carattere statale – che tuttavia non l’ha ancora potuta apprezzare in busta paga – mentre per tutto il resto del personale della scuola trentina, dopo più di un anno di negoziato siamo ancora in attesa della firma dell’accordo definitivo per il riconoscimento degli aumenti retributivi del 5% e degli arretrati del periodo 2019-2022, e ieri abbiamo firmato solo l’ipotesi per le progressioni.

Il contratto nazionale della scuola offre a tutto il personale della scuola (che nel resto d’Italia comprende anche il personale ATA e dell’istruzione professionale statale) due garanzie fondamentali: progressioni economiche automatiche e la ricostruzione di carriera, vale a dire il riconoscimento del servizio prestato in preruolo, da precari, che una volta raggiunto il traguardo del tempo indeterminato dà accesso alla posizione retributiva adeguata all’effettiva anzianità di servizio. Questi sono i due capisaldi sui quali la FLC CGIL del Trentino si concentrerà nel rinnovo della parte normativa affinché siano estesi anche al contratto ATA, AE, formazione professionale e infanzia. Per restituire un’idea, basti pensare che in provincia di Trento vi sono lavoratrici e lavoratori assunti con questo contratto che, dopo quindici anni di precariato e cinque anni di servizio a tempo indeterminato, in vista o sfondata la soglia dei cinquant’anni, si trovano ancora alla prima posizione retributiva, la paga base.

Trento, 27 gennaio 2023

 

 

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