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L’assemblea dei comparti pubblici rilancia sul potere d'acquisto

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Si è tenuta questa mattina l’assemblea della Fp Cgil del Trentino del personale dei comparti pubblici sul tema del rinnovo dei contratti pubblici per il triennio 22/24 e del protocollo politico del 18 luglio, non sottoscritto dalla CGIL.

“Il lavoro svolto in questi mesi dalla Fp CGIL sulla necessità di rafforzare il potere d’acquisto delle retribuzioni pubbliche a partire dal rinnovo dei contratti scaduti da un anno e mezzo ha trovato una prima risposta negli stanziamenti previsti dalla legge di assestamento di bilancio, risorse che tuttavia abbiamo giudicato e giudichiamo insufficienti e, per tale ragione, non possono che rappresentare un anticipo sui futuri aumenti dell’intero triennio”, così Luigi Diaspro, Segretario Generale della Fp CGIL del Trentino.

“Su questo punto abbiamo registrato con favore le dichiarazioni del Presidente Fugatti della scorsa settimana che in Consiglio Provinciale ha precisato quanto da noi richiesto con forza sia nella piattaforma unitaria che nella trattativa negoziale, ovvero della necessità di una verifica su inflazione reale e quella programmata per l’integrazione delle risorse necessarie a coprire adeguatamente il triennio. Un punto del Protocollo evidentemente non chiaro se il Presidente in persona, anche su spinta delle minoranze, ha ritenuto di fare tale importante precisazione. Ricordiamo infatti che il 6,3% previsto a regime non copre neppure il 2022 e che complessivamente il dato inflattivo del biennio 22/23 si sta attestando intorno al 15%”.

L’assemblea – tra presenti e collegati in videoconferenza oltre 500 lavoratrici e lavoratori - ha manifestato una convinta adesione alle questioni poste dalla Fp CGIL che, oltre al tema delle risorse appostate con la legge di assestamento e alla richiesta di prevedere la strutturalità dell’una tantum (non solo per il 2023 ma anche per il 2024 e anni seguenti), come già precisato nelle note a verbale dei relativi accordi, riguardano la necessità di dare maggiore impulso ai lavori sull’ordinamento professionale e alle partite ancora aperte come le progressioni economiche 2019/2021.

“Sulla polemica intentata da alcune sigle firmatarie dell’accordo del 18 luglio nei nostri confronti non interveniamo. Riteniamo invece urgente e necessario, in una fase molto delicata per il Paese e il Trentino, stare al merito delle questioni: un’inflazione di dimensioni straordinarie nel recente passato sta mettendo a dura prova la possibilità di spesa di lavoratori e famiglie, una spirale alimentata dagli effetti della crisi economica ma anche climatica sui beni di prima necessità oltre che da importanti speculazioni. Per questo occorrono, per tutelare i salari e diritti, atti negoziali chiari e coerenti col percorso intrapreso con lavoratrici e lavoratori”, conclude Diaspro.

 

Trento, 31 luglio 2023

 

 

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