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Sanità. Si adottino soluzioni come in Alto Adige

Fp: non replicare immediatamente alle misure annunciate da Kompatscher per gli infermieri aumenterà l’esodo dei professionisti trentini e le difficoltà della nostra sanità, già in forte affanno.

"Le misure preannunciate dal Presidente Kompatscher – 600 euro lordi mensili per infermieri e Oss per i servizi notturni e di reperibilità – dovrebbero scuotere dal letargo i nostri decisori politici, che sulla sanità continuano a far registrare assenza di prospettiva e ritardi ingiustificabili. Non basta far l’elenco stucchevole delle risorse messe sul sistema in questa legislatura, è necessario riconoscere che quelle risorse non sono sufficienti per un sistema sanitario di qualità che perde pezzi, che bisogna implementarle quelle risorse, che bisogna ridurre il ricorso al privato e non far intendere che la prestazione sanitaria è bene accetta a prescindere dal soggetto che la eroga. No, se allarghi al privato perdi inevitabilmente il capitale e l’attrattività del servizio pubblico, il privato convenzionato è e resta fondamentale in funzione di complementarietà e sussidiarietà ma non in funzione sostitutiva. ll rischio è un esodo in parte già in corso verso condizioni economiche e di lavoro migliori di quelle trentine. Basti pensare all’estremo ritardo nell’adozione di un nuovo Ordinamento Professionale e Sistema di Classificazione che invece il livello nazionale ha già licenziato col CCNL 19/21, per valorizzare e riconoscere anche economicamente il lavoro di tutto il personale, mentre qui non è stato nemmeno costituito il tavolo di discussione. O all’estrema carenza di personale a tutti i livelli che allunga inesorabilmente le liste d’attesa e non consente il necessario rafforzamento della medicina territoriale ”, così Luigi Diaspro Segretario Generale della Fp Cgil del Trentino.

L’Alto Adige ci indica come bisognerebbe agire sui comparti pubblici, con concretezza e prospettiva, con misure specifiche come questa su Infermieri e Oss per riconoscerne il particolare impegno in un momento molto difficile per la Sanità ma anche e soprattutto con il fondamentale rinnovo dei contratti di lavoro. E ciò avviene con risorse certe, con un accordo sindacale sul triennio 22/24 che attende solo il parere della Corte dei Conti. Ciò vuol dire che entro uno o due mesi i dipendenti pubblici alto atesini riceveranno in busta paga aumenti ed arretrati, non promesse subordinate a risorse future dello stato, come ci dicono le Direttive appena inviate all’Apran.

Quindi a noi, a differenza dell’Alto Adige, restano le belle parole e le pacche sulle spalle per coloro che hanno tenuto in piedi il servizio sanitario in pandemia e continuano a farlo a costo di grandi sacrifici anche personali, e la rassicurazione dell’Assessora Segnana, che va tutto bene, che in realtà non ci sono fughe se non quelle fisiologiche.

 

 

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