Dati Ocse Pisa. “E’ la punta di un iceberg”
Meo (Flc):”Il peggioramento dei risultati degli studenti trentini vanno letti in relazione alla pandemia. E’ cresciuto il disagio. Servono più insegnanti nelle classi”
“Leggo il peggioramento dei risultati degli studenti trentini rivelato dall’indagine Ocse Pisa come un segnale da cogliere con attenzione. Temo, infatti, si tratti di un campanello d’allarme sul disagio delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Questi dati vanno letti in correlazione alla pandemia e all’impatto che ha avuto sugli studenti. Gli effetti di quella situazione si cominciano a vedere adesso e sono destinati ad andare avanti. Le insegnanti e gli insegnanti toccano con mano, quotidianamente queste difficoltà. E’ importante dunque non soffermarsi solo sulla lettura dei dati o cercare giustificazioni. Serve costruire soluzioni che partano dalla scuola e vedano il pieno coinvolgimento di quanti a scuola operano ogni giorno. Mi auguro, dunque, che le parole del presidente Fugatti siano un segnale per restituire la giusta importanza all’istruzione pubblica in Trentino. Non ci servono cambiamenti di forma, ma interventi di sostanza”. Lo afferma il segretario della Flc del Trentino, Raffaele Meo. Le situazioni maggiormente problematiche per il sindacalista sono nella scuola professionale, e nei primi anni della scuola secondaria di secondo grado, a dimostrazione che qualcosa nel sistema dell’orientamento non funziona come dovrebbe.
“Le situazioni che devono affrontare gli insegnanti sono particolarmente complesse. Se si vogliono migliorare le competenze dei nostri studenti dobbiamo investire sugli insegnanti, aumentando il numero dei docenti in classe, prevedendo co-docenze molto più estese anche arrivando a due insegnanti in contemporanea per classe in sinergia di professionisti specializzati, psicologi, pedagogisti ed educatori. E’ così che si gestiscono le difficoltà e si fa inclusione”. Allo stesso tempo Meo ribadisce che le competenze in capo ai docenti già oggi ci sono. “Qui non si tratta di fare qualche nuovo corso di formazione. E’ ora di valorizzare il patrimonio di competenze che c’è, a favore dei bisogni degli studenti. Di tutti e soprattutto i più fragili”.
Altro nodo critico è il sostegno. “C’è una carenza cronica di insegnanti di sostegno e questo si ripercuote in primo luogo sugli alunni più fragili, ma non solo. Anche il resto dei ragazzi subisce le difficoltà del mancato sostegno a chi ne ha bisogno. “Potenziare gli insegnanti, spostare in classe un lavoro di team tra docenti potrebbe essere un primo passo”. Per fare tutto ciò, però, bisogna assumere nuovi insegnanti, superare il precariato e affrontare i nodi critici della scuola trentina.
Infine la questione spinosa è l’orientamento che porta molti ragazzi e ragazze a scelte scolastiche non adatte a loro, con conseguenti difficoltà e fallimenti. “Oggi il sistema ha delle criticità che dopo il Covid sono diventate molto più marcate. E’ ora di cambiare sistema rafforzando anche la sinergia tra tra secondaria di primo e secondo grado”, conclude Meo
Trento, 7 dicembre 2023