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Cure intermedie. Progetto di Tione monco senza investimenti aggiuntivi

Loro (Spi Cgil): servizio atteso dal territorio, ma vengono attivati la metà dei posti progettati. Urgenti nuove risorse umane ed economiche

L’avvio delle cure intermedie a Tione è una buona notizia, lo sforzo che la Giunta Fugatti ha fatto in questo importante settore però è tardivo e parziale. Per questa ragione è urgente rafforzare l’investimento su questo segmento della cura territoriale, potenziando i posti letto a disposizione, il personale medico-sanitario e, inevitabilmente, le risorse finanziarie. E’ questa la posizione emersa nei giorni scorsi a Tione nell’ambito della partecipata assemblea sul futuro della sanità trentina promossa dallo Spi, il sindacato delle pensionate e dei pensionati della Cgil. Sul tema la segretaria provinciale, Claudia Loro, è chiara: “Il territorio attendeva da molto tempo che venisse messo in piedi un servizio di cure intermedie e palliative. La scelta politica di andare in questa direzione risale alla Giunta Rossi nel 2016. Sono trascorsi sostanzialmente 6 anni di immobilismo prima che il progetto prendesse forma. Oggi esiste, ma in maniera parziale. Dei 17 posti previsti, infatti, ne vengono attivati appena 8. E’ un primo passo, ma chiaramente insufficiente”.

 

Il protocollo del 2016 prevedeva il consolidamento dell’assetto organizzativo dei reparti di medicina generale e di pronto soccorso, anche a sostegno della realizzazione di progetti di integrazione tra ospedale e territorio rivolti in particolare alla cronicità, nonché il potenziamento della rete provinciale dell’assistenza territoriale attraverso l’attivazione, presso la struttura ospedaliera di Tione, di un nuovo setting di cure in grado di offrire residenzialità palliativa e di sollievo. Obiettivi messi a rischio anche dalla carenza di personale.

 

Secondo lo Spi, infatti, alla base dell’avvio parziale ci sarebbero anche le difficoltà a trovare personale sanitario da destinare alla nuova struttura. “A quanto ci risulta ad oggi l’Azienda sanitaria ha tamponato individuando infermieri e Oss, e un medico a scavalco con l’ospedale. E’ proprio questo sistema che non può funzionare. Non si può avviare un nuovo servizio, depotenziandone un altro. Così ci rimettono i cittadini, a cominciare da quelli più fragili come gli ammalati e gli anziani”, prosegue la segretaria Loro con Gianna Colle, la funzionaria che segue il settore per lo Spi.

Lo Spi dunque chiede che si rafforzi l’investimento sulla sanità pubblica, cominciando da politiche di valorizzazione e attrazione del personale. “Auspichiamo che il nuovo assessore acceleri su questo versante mettendo il potenziamento della sanità pubblica in cima a tutte le priorità. La nostra sanità ha gravi problemi che chiedono risposte urgenti ed efficaci”.

Anche per questa ragione lo Spi del Trentino chiederà di incontrare l’assessore Tonina nelle prossime settimane. Il sindacato dei pensionati ritiene urgente un confronto anche per comprendere come le modifiche al Pnrr impatteranno sui progetti per la sanità trentina.

Trento, 7 dicembre 2023

 

 

 

 

 

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