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Salute e anziani. Il tempo dell'attesa deve finire

Spi Cgil: è ora di costruire soluzioni condivise

Salute e anziani. Il tempo dell'attesa deve finire

In questi giorni sempre più imperativo e pressante compare sui quotidiani locali il combinato problema dell’aumento della popolazione over 65 e del deserto demografico. Temi che si interfacciano prepotentemente con il tema dei temi: l’assistenza territoriale, come garantirla a tutta la popolazione, in egual misura in tutto il territorio, comprese le valli, a fronte innanzitutto della carenza dei medici di medicina generale, che via via stanno andando in pensione e non se ne trovano in sostituzione e dei posti in RSA, che sono di nuovo diventati insufficienti e non adeguati ai bisogni e alle fragilità degli ospiti/pazienti, degli accessi in PS dichiarati: troppi e troppo spesso di lieve entità! C’è chi aumenta le rette, chi non le aumenta, chi costruisce nuove residenze, chi ristruttura vecchi palazzi, ci sono i bandi del SAD che vanno praticamente deserti, ci sono i gettonisti negli ospedali, ci sono le Case della Comunità che non sono ancora partite, ci sono gli Ospedali di Comunità, da noi chiamati Cure Intermedie, che invece di aprire nuovi ed aggiuntivi posti letto, utilizzano quelli delle Case di Cure private per coprire le ristrutturazioni anitisismiche del vecchio Santa Chiara perché ancora il NOT è in alto mare... Sono temi che la Cgil, ha sollevato in tempi ancora non sospetti e che negli anni ha proposto diverse soluzioni, ai diversi livelli della politica, a partire dal Presidente e a scendere ai vari Assessori di riferimento. Claudia Loro e Gianna Colle dello Spi Cgil, sostengono che il tempo delle analisi ora dovrebbe aver di fatto completato il suo iter, appunto perché finalmente tutti ne parlano. In questo clima di confusione generale però l’impressione è che la Provincia non stia sfruttando appieno il potenziale del PNRR, il DM 77 e la propria autonomia, anche per risolvere uno dei problemi annosi, che riguarda le nostre strutture sanitarie e sociali, ossia la mancanza di personale. E’ quindi ora di affrontare a 360° i temi, ma non singolarmente con i vari assessori e assessore, bensì sedendosi tutti ad un tavolo congiunto affinché tutti gli stakeholders possano aver diritto di parola e di intervento al fine di proporre le idee per risolvere insieme la situazione. Ha ragione l’Assessore Tonina, bisogna lanciare finalmente il cuore oltre l’ostacolo dei 20 anni, ma questo si può e si deve fare insieme. Ci vuole una visione comune che metta in concreta relazione i bisogni dei cittadini e quelli dell’amministrazione, solo così si può pensare di traguardare questo momento di crisi per proiettarsi nel futuro con un pensiero ed un’azione che garantisca il benessere di tutta la comunità. Come già fatto con i predecessori, gli chiediamo come SPI CGIL di incontrarci, ma soprattutto che si faccia promotore di quanto da noi e da lui auspicato. Tutti sappiamo che la Provincia Autonoma di Trento si autofinanzia, ovvero vive con le tasse pagate dai cittadini e dalle imprese residenti sul territorio trentino, e proprio qui sta il segreto, lavorare in forza dell’Autonomia che ci contraddistingue per essere pionieri di un nuovo corso. Facciamo tornare il Trentino terra di sperimentazione, un territorio in cui sia veramente conciliato il trinomio: lavoro/famiglie/imprese nei vari momenti della vita delle persone, senza abbandonare nessuno. Rendiamo attuale ciò che è previsto dalla Nostra Costituzione, facendo in modo che i programmi in essa enunciati, in particolare agli artt. 3, 4 secondo comma, 32 e 41 secondo comma, vengano finalmente attuati contemporaneamente, tramite politiche che elevino e sviluppino la dignità delle persone, che contribuiscono secondo le proprie possibilità al progresso materiale e spirituale della società, nelle diverse fasi della loro vita, che tutelino la salute anche in relazione alle leggi vigenti, con un patto con le aziende che dovranno svolgere la loro libera iniziativa economica non in contrasto con l’utilità sociale, senza arrecare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana, il tutto con la regia e quindi la supervisione di una Provincia che allora sì diventa Autonoma e Faro per l’intera Comunità. Noi siamo pronti e in attesa della convocazione.


 

 

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