NEWS

Non autosufficienza. “Persi dieci anni. Basta occupare solo poltrone, servono soluzioni urgenti”

Il rischio che l’invecchiamento della popolazione gravi tutto sulle spalle delle giovani generazioni e sulle famiglie. Oltre al finanziamento, serve ripensare i servizi di assistenza e qualificare l’offerta pubblica.

Quella della non autosufficienza è una bomba sociale che, pur mostrando già oggi i propri effetti, proprio come un timer irrimediabilmente innescato, rischia di deflagrare definitivamente da qui a vent’anni. Per disinnescarlo bisogna agire subito e farlo a livello regionale, l'unico ambito davvero praticabile. Sono già stati persi dieci anni di tempo inutilmente e, nonostante questo, invece di affrontare davvero questa priorità, Kompatscher e Fugatti litigano sulle poltrone. E’ uno spettacolo davvero indegno per un’istituzione che ha di fatto come unica competenza primaria proprio quella dell’assistenza e della previdenza. Continuare a tenere la testa sotto la sabbia e chiudere nei cassetti gli studi sulla questione invecchiamento non è una soluzione. Anzi così si acuiscono i problemi e si rischia di scaricare tutto il peso sulle giovani generazioni e sulle famiglie che già oggi faticano a gestire i crescenti problemi di conciliazione vita-lavoro.
Fin dalla XV legislatura, infatti, la Regione con l’assessora Plotegher aveva avviato una riflessione sul tema, anche grazie a un’analisi comparata a livello internazionale realizzata da Ocse e a un primo incarico a Pensplan cui è seguita la riforma della legge regionale 3 del 1997 su previdenza e sanità integrativa. Negli ultimi cinque anni con la competenza assegnata al Presidente Kompatscher non è stato fatto alcun passo in avanti. Neppure l’ennesimo studio commissionato a Pensplan ha portato a un qualche intervento strutturale. Anzi, anche questo documento è rimasto nei cassetti della Regione, mentre gli strumenti di sanità integrativa sul territorio continuano ad essere frammentati e la sanità pubblica va sempre più sotto pressione e i cittadini più poveri e le loro famiglie rinunciano progressivamente a curarsi considerata la situazione reddituale e la perdita del potere d’acquisto provocata dall’impennata dell’inflazione.
L’inazione della Regione è doppiamente preoccupante visto che anche le soluzioni abbozzate a livello provinciale non sono minimamente sufficienti. In Trentino l’attuazione “light” dello Spazio Argento sotto l’assessorato Segnana, la mancata indicizzazione dell’assegno di cura, la crescente difficoltà delle Apsp nel loro assetto attuale a rispondere ai bisogni degli anziani, l’assenza di reali innovazioni nei servizi di assistenza domiciliare gestiti dagli enti locali, dimostrano una colpevole sottovalutazione del problema sociale mentre assistiamo all’aumento delle persone non autosufficienti.
Così anche la meritoria azione di Sanifonds Trentino, sostenuta con forza dalle nostre organizzazioni, per l’estensione delle coperture mutualistiche per la non autosufficienza fino ai 75 anni, rischia di essere una goccia nell’oceano.
Sulla falsariga di quanto hanno già fatto molti paesi del Nord Europa, bisogna allora avere il coraggio di definire un sistema di finanziamento strutturale per la presa in carico e la risposta alla domanda di cura delle persone non autosufficienti. Al contempo serve finalmente ripensare, innovare e qualificare l’insieme dei servizi pubblici sul territorio garantendo strumenti universali ed efficaci finalizzati all’invecchiamento attivo, alla prevenzione e all’assistenza domiciliare e territoriale in un’ottica integrata anche grazie ad una reale sinergia tra il sistema pubblico, il terzo settore, la bilateralità contrattuale, il mutualismo.
Su questo fronte nelle settimane scorse abbiamo sottoposto alcune riflessioni all’assessore Tonina col quale abbiamo avviato un primo confronto. Avanzeremo quindi all’assessore proposte specifiche anche sul tema della non autosufficienza confidando nella possibilità non solo di concertare concrete soluzioni a favore di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati e delle loro famiglie in Trentino, ma di aprire un tavolo complessivo anche a livello regionale”.

Trento, 17 febbraio 2024

 

 

TORNA SU