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Il regolamento sul benessere digitale è un’intrusione non necessaria nell’autonomia dei docenti

Meo (Flc): iperconnessione e ipercomunicazione esistono e vanno regolate

Il nuovo regolamento sul benessere digitale è sbagliato nel merito e nel metodo. Pur partendo da un’esigenza reale, il benessere digitale, tratta solo in minima parte dell’iperconnessione e finisce per invadere ampiamente il campo dell’autonomia di docenti e consigli di classe, tradendo anche un’insufficiente fiducia nella classe insegnate. Lo sostiene Raffaele Meo, segretario generale della Flc del Trentino che in primis punta il dito contro il metodo scelto da Via Gilli. “L’anno scorso dall’assessorato all’Istruzione giungeva una circolare, nella quale l’assessore invitava a non dare compiti durante la sospensione delle attività didattiche. Allora, per quanto una circolare proveniente dall’assessore risultasse alquanto insolita e avesse fatto storcere il naso a qualcuno, trattandosi di un semplice invito non aveva provocato una levata di scudi. Il regolamento che negli ultimi giorni è giunto sulle scrivanie dei dirigenti scolastici, invece, è di tenore ben diverso e non stupisce che i docenti lo percepiscano come un’incursione non gradita nel loro lavoro, peraltro su dinamiche di programmazione e verifica degli apprendimenti che stanno alla base dell’operato dei docenti e dei consigli di classe come l’equilibrio del numero di verifiche giornaliere e settimanali, la condivisione dei criteri di valutazione e d’impostazione della verifica, momenti dedicati alla cosiddetta “correzione della verifica” per comprendere punti di forza e debolezza della propria prova, momenti di autovalutazione; tutte cose che ripeto sono il pane quotidiano dell’insegnante, sia come singolo sia come membro di un consiglio di classe e di un collegio docenti”.
Pur ammettendo che esiste l’esigenza di rendere più ordinato, meno caotico e meno opprimente il flusso di comunicazione, il testo dovrebbe contenere un principio generale, mentre in questo regolamento sembra essere applicato quasi esclusivamente al flusso dal docente verso lo studente. “Il tema dell’ipercomunicazione esiste per tutti e in ogni direzione e di qui a poco diverrà una dei principali temi per conciliare la vita professionale e la vita personale e familiare – fa notare Meo -. La dematerializzazione della comunicazione e la facilità della trasmissione attraverso la posta elettronica sta diventando un problema sempre più ingombrante nella vita delle persone, che nella scuola e per i docenti, fa il paio con una progressiva e inesorabile burocratizzazione del lavoro”.
Quest’ultimo è un tema che il sindacato ha posto non più tardi di lunedì scorso, in un incontro con l’assessore Gerosa e la dirigente generale del Dipartimento Istruzione. “Abbiamo sollecitato l’urgente necessità di sburocratizzare il lavoro dei docenti, di sgravarli da incombenze burocratiche e alleggerirli da una comunicazione spesso eccessiva, poco mirata e dispersiva. Fa specie che a solo un paio di giorni di distanza il Dipartimento, su indicazione del decisore politico, dirami un regolamento in cui non s’intravede la minima considerazione e attenzione per il flusso di comunicazione che le scuole e quindi l’amministrazione riversa quotidianamente sui docenti senza l’osservazione di alcun criterio di misura, essenzialità e pertinenza. Il risultato è una comunicazione caotica che mette in soggezione le persone perché la grande mole di questi documenti che evidentemente non possono essere oggetto di attenta disanima e lettura quotidiana, sono fonte di stress perché si ha sempre il timore che tra le pieghe non lette vi possa essere qualcosa di importante che non si è riusciti a intercettare”. Con questa scelta dunque l’assessorato ha sprecato un’occasione di confronto prezioso per migliorare a 360° il clima scolastico e più in generale la scuola trentina. “Auspichiamo che l’assessora prenda atto delle notevoli perplessità suscitate e apra ad un confronto serio”, conclude Meo.

Trento, 15 maggio 2025

 

 

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