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Richiedenti asilo donne. La Provincia si faccia carico di questa emergenza

Le donne hanno necessità di misure di protezione più estese. Inaccettabile ignorare questa situazione

Nota stampa Commissione Pari Opportunità tra donna e uomo

 

 

Le donne richiedenti protezione internazionale sono maggiormente esposte a fenomi di abuso, esclusione, discriminazione, violenza. Non farsi carico della specificità di questa condizione è inaccettabile. Quando  parliamo di tutela in condizioni di disparità, riconoscimento delle asimmetrie che riguardano in particolare le donne, questo deve valere per tutte le donne.  “Il contrasto alle violenze contro le donne non può essere solo per alcune”. Lo afferma Manuela Faggioni Sella a nome della Commissione Pari Opportunità tra donna e uomo della Provincia di Trento, sposando la denuncia dei volontari rispetto al sistema di accoglienza trentino che ha fortemente limitato le possibilità di accesso alle tutele, in particolare alle donne . “Indigna apprendere che si tratta di numeri molto limitati, che potrebbero essere presi in  carico senza uno sforzo organizzativo eccessivo. E’ chiaro però che questa è  un’assunzione di impegno che si porrebbe in contrasto con il sistema  dell’accoglienza attualmente in essere in Trentino, che ha  forti limiti, come più volte  denunciato e che non risponde alle necessità in essere. Le persone migranti, in molti casi, sono lasciate in condizioni di fragilità a causa della  carenza di posti letto e strutture dove possano essere accolte, ma anche 

di qualsiasi misura che possa agevolarne e sostenerne l’integrazione” – aggiunge Faggioni.

“Diverse donne richiedenti asilo costrette a dormire per strada sono  anche lavoratrici. Siamo di fronte a storie che potrebbero essere di  reale integrazione se sostenute nel modo opportuno, così invece sono 

solo vite ai margini, che diventano facile preda di sfruttamento, facendo anche il gioco di organizzazioni criminali che possono trovare  facile manodopera per i loro affari illeciti. Prendiamo atto che sono 

stati messi a disposizione posti letto aggiuntivi, ma non sono  assolutamente sufficienti anche perché sono venuti meno gli spazi  disponibili nella stagione invernale. Crediamo dunque che non servano misure 

tampone, ma strutturali volte ad accogliere, tutelare ed integrare  queste donne, che magari lavorano nelle nostre famiglie, nei nostri  uffici e nelle nostre strutture ricettive. E’ importante anche che si  superi la divisione tra donne con figli/e e senza. E’ chiaro e condivisibile che la presenza di minori è un ulteriore elemento di fragilità di cui farsi carico nei tempi più rapidi possibili, ma non può  diventare fattore discriminante. Così si alimenta solo una lotta tra  disperate  che  una terra civile come la nostra non può permettere”

 

 

 

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