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Politiche abitative. “Sui canoni Itea si può fare di più. Accelerare sull'housing sociale”

In cinque anni i canoni degli inquilini Itea sono saliti in media del 38%, con un incasso aggiuntivo di 4 milioni di euro per la Provincia. Per i sindacati serve indicizzare l'Icef e bloccare integralmente gli aumenti

L'intervento dell'assessore Marchiori sulla riduzione dei canoni Itea è doveroso, ma non basta. In questi anni infatti Itea ha incassato oltre 4 milioni di euro aggiuntivi solo in forza dell'aumento dell'inflazione. Così gli inquilini, pur essendo più poveri, hanno pagato canoni più alti, pari in media ad un aumento del 34% circa in cinque anni. L'esatto contrario dell'equità.
I numeri non mentono: i 900 mila euro stanziati dalla Giunta non riducono neppure di un quarto l'extra gettito che impoverisce le famiglie negli alloggi Itea e che continua a gonfiare le casse di Piazza Dante. Marchiori non ha bloccato gli aumenti dei canoni, li ha solo ridotti.
L'unica soluzione efficace è l'indicizzazione dell'Icef al costo della vita per evitare aumenti indebiti dei canoni ed evitare che chi perde potere d'acquisto debba pagare di più ingiustamente. Ma di questo la Giunta non vuole nemmeno sentir parlare.
Per il resto attendiamo da mesi una proposta di regolamento Itea per sbloccare le graduatorie che sono ferme da un anno e un reale intervento capace di recuperare gli appartamenti Itea sfitti e non ancora ristrutturati.
Per quanto riguarda l'offerta di alloggi sul mercato privato bisogna accelerare l'avvio del fondo di housing sociale sul quale ci possono essere investitori istituzionali, anche locali, fortemente intenzionati a partecipare. Il fondo Riurb deve avere la precedenza visto che le aree a maggiore tensione abitativa sono proprio quelle lungo l'asta dell'Adige e nel Basso Sarca”.

Trento, 12 agosto 2025

 

 

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