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Finanziaria provinciale. Nessuna misura concreta per il Patto sui salari

Oggi audizione dei sindacati in Prima commissione. Cgil Cisl Uil: servono maggiori risorse per la sanità pubblica e la casa. Affondo sull’aumento delle indennità: “Va bloccato immediatamente”

Finanziaria provinciale. Nessuna misura concreta per il Patto sui salari

Crescita delle retribuzioni, rilancio dell’industria e terziario avanzato, ma anche maggiori sforzi su casa e sanità. Sono queste alcune delle priorità che Cgil Cisl Uil – presenti i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher - hanno indicato oggi in Prima commissione durante l’audizione delle parti sociali sul disegno di legge di stabilità. Le tre sigle hanno riportato le loro osservazioni in un documento che è stato consegnato al presidente Carlo Daldoss e che trovate allegato.

Sui salari Cgil Cisl Uil sono nette: se è vero come è vero che gli stipendi in Trentino ancora restano sotto la media del Nordest, allora è indispensabile lavorare ad una maggiore qualificazione dei posti di lavoro creati dalle imprese locali. Nella manovra varata dalla Giunta, però, secondo i sindacati “servono misure specifiche di attuazione degli impegni assunti nel Patto sui salari firmato a luglio, in particolare per quel che riguarda gli appalti”, ma anche sul fronte della selettività degli incentivi alle imprese che per Cgil Cisl Uil, per quanto riguarda gli sgravi Irap, andrebbe accresciuta sulla falsariga di quanto ha deciso di fare Bolzano. Ancora per i sindacati servono politiche di incentivo per stabilizzare i contratti a termine e per sostenere gli investimenti delle imprese in ricerca e sviluppo. Altro tassello importante in questa direzione è l’adozione, da parte della Provincia, di meccanismi di valutazione delle politiche di sussidio alle aziende, che ad oggi ancora non ci sono. Per accrescere le retribuzioni resta fondamentale, infine, sostenere la contrattazione collettiva, anche attraverso aiuti selettivi alle imprese.

Altra questione centrale è quella industriale. I sindacati non hanno nascosto la loro preoccupazione per un comparto manifatturiero in crisi. Hanno, dunque, apprezzato il cambio di passo della Giunta, ma hanno chiesto che si individuino celermente “gli interventi e le misure più adeguate ad interpretare una nuova fase di sviluppo per il nostro territorio”.

Cgil Cisl Uil hanno anche espresso apprezzamento per le nuove misure conciliative presenti nella manovra, vale a dire la riduzione delle tariffe per i nidi e l’apertura delle sedi scolastiche durante i mesi estivi per bambini e ragazzi di elementari e medie. Però non hanno nascosto più di una perplessità sul metodo adottato dall’Esecutivo. Ed in particolare sui nidi hanno proposto che si costruisca uno strumento unico che finanzi le amministrazioni locali che, a loro volta, riducono le tariffe dei nidi. Sui servizi educativi estivi, invece, hanno proposto di estendere la collaborazione con il terzo settore anche per le scuole dell’infanzia, in un quadro di maggiore coerenza e organicità delle proposte conciliative estive.

La manovra resta invece non sufficiente su sanità e casa. In particolare Cgil Cisl Uil hanno chiesto maggiori risorse per potenziare la sanità pubblica e potenziare, in particolare, quella territoriale. Hanno sollecitato anche l’avvio di un confronto su un contratto integrativo provinciale per il personale della sanità privata, ambito su cui si registra una crescita dei finanziamenti provinciali. Per quanto riguarda la casa i sindacati sollecitano ancora una volta l’indicizzazione dell’Icef per la definizione dei canoni Itea, e ritengono insufficienti le risorse stanziate per aumentare l’accesso alla casa.
Infine Cgil Cisl Uil hanno colto l’occasione del confronto sulla finanziaria per fare un affondo sul tema delle indennità dei consiglieri regionali, somme che arriveranno ai 700 euro mensili. Per i sindacati le rivalutazioni automatiche delle indennità vanno immediatamente sospese. “Oggi un operaio in Trentino in media guadagna in un anno 28.138 euro lordi, un commesso circa 17.380 euro lordi, un cameriere 11.830 euro lordi, in pratica meno di quanto un consigliere percepisce in un mese – hanno detto -. Di fronte a questi numeri si capisce come la scelta di bloccare gli adeguamenti delle indennità sia irrinunciabile se si vuole davvero restituire credibilità alla politica e all’azione di governo dell’Autonomia che ha nella programmazione economica e finanziaria uno degli atti più importanti dell’attività legislativa”.

Trento, 19 novembre 2025

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